Jihād: differenze tra le versioni
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{{chiarire|Segue una discussione sulle dimensioni militari del ''jihād'' all'interno dell'Islam.|Dove segue?}}
==Guerra
===''Jihād ''difensivo===
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In epoca coloniale le popolazioni musulmane insorsero contro le autorità coloniali sotto la bandiera dello ''jihād'' (gli esempi includono il [[Daghestan]], la [[Cecenia]], la rivolta indiana contro la [[Gran Bretagna]] (''[[Moti indiani del 1857]]'', altrimenti chiamati dai britannici ''Mutiny'', cui peraltro parteciparono in maggioranza gli Hindu) e la [[guerra d'indipendenza algerina]] contro la [[Francia]]). In questo senso, lo ''jihād'' difensivo non è diverso dal diritto di resistenza armata contro l'occupazione, che è riconosciuto dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] e dal [[diritto internazionale]].
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La tradizione islamica ritiene che quando i musulmani vengono attaccati diventi obbligatorio per tutti i musulmani difendersi dall'attacco, partecipare allo ''jihād''. Quando l'[[Unione Sovietica]] invase l'[[Afghanistan]] nel [[1979]], l'eminente militante islamico [[Abd Allah al-Azzam|ʿAbd Allāh Yūsuf al-ʿAzzām]] (che influenzò in modo determinante [[Ayman al-Zawahiri|Ayman al-Zawāhirī]] e [[Usama bin Laden|Usāma bin Lāden]]) emise una ''[[fatwa]]'' chiamata, ''Difesa delle terre islamiche, il primo dovere secondo la Legge'' [http://www.religioscope.com/info/doc/jihad/azzam_defence_1_table.htm], dichiarando che tanto la lotta afghana quanto quella palestinese erano ''jihād'' nelle quali l'azione militare contro i ''[[kuffar|kuffār]]'' (miscredenti) sarebbe stata ''[[fard ayn|farḍ ʿayn]]'' (obbligo personale) per tutti i musulmani. L'editto fu appoggiato dal Gran [[Mufti]] dell'Arabia Saudita, [[Abd al-Aziz ibn Abd Allah ibn Bazz|ʿAbd al-ʿAzīz Bin Bazz]]. Nella ''[[fatwa]]'', ʿAzzām spiegò:
{{quote|... gli ''[[Ulema|ʿUlamāʾ]]'' [studiosi religiosi] dei quattro ''[[Madhhab|madhāhib]]'' [le scuole di giurisprudenza religiosa] (malikiti, hanafiti, sciafeiti e hanbaliti), i ''
Benché tali editti di eruditi contemporanei possano influenzare alcune comunità di credenti, il miliardo e duecento milioni di musulmani odierni è così diversificato che l'azione unificata riguardo ad istruzioni come questa è, in pratica, impossibile da conseguire.
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In questo senso è decisivo il passo 193 della [[Sura]] II, nel quale compare la parola "fitna" ([[lingua araba|arabo]] "prova"), che in arabo ha un significato molto ampio, che include sia la ribellione che il vizio, nei confronti di Allah e delle sue creature.
Il termine viene solitamente tradotto con "persecuzione" poiché è preceduto da una chiara espressione "scacciateli da dove vi hanno scacciati". Anche se, per molti, è una cosa giusta. I grandi storici pensano la cosa come una guerra centennale basata sulle religioni ma non si sono mai decentrati a riguardo. Sono, invece, i grandi teologi che pensano ad una guerra solo ed esclusivamente per il territorio dato che il Corano non dice di attaccare per una strage di uomini.
Dal testo coranico, troviamo la legge del contrappasso, l'invito a rispettare le tregue durante i mesi sacri, a desistere senza rappresaglia in caso di resa, e al fatto che tutti gli imperativi sono preceduti o seguiti da un riferimento alla persecuzione. Ecco di seguito alcuni esempi:
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