Giulietta e Romeo (film 1954): differenze tra le versioni
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== Realizzazione ==
Tra preparazione e realizzazione, il film richiese sei anni di lavoro.<ref>''Il Mereghetti.Dizionario dei film 2008'', Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 2007</ref> Gran parte del tempo (3 anni) fu speso in un'accurata ricerca delle località. Si girò a [[Verona]], [[Venezia]], [[Siena]], [[San Quirico d'Orcia]], [[Montagnana]] (per le mura di [[Verona]]), [[San Francesco del Deserto]], e [[Sommacampagna]]. Numerosissimi - non tutti cronologicamente corretti, se l'intenzione del [[regista]] era quella di ricostruire la [[Verona]] di [[Bartolomeo della Scala]] nel [[XIV secolo|Trecento]] - i riferimenti pittorici nei costumi, negli oggetti, negli usi, negli accordi cromatici: «Predomina il [[XV secolo|Quattrocento]] e si va da [[Beato Angelico]] (due Annunciazioni), a [[Fiorenzo di Lorenzo]], da [[Jan Vermeer|Vermeer]] a [[Piero della Francesca]], da Lippi al [[Carpaccio]], per le maschere (del ballo) al [[Pisanello]] e a [[Hieronymus Bosch|Bosch]]».<ref>Guido Aristarco, ''Cinema Novo'', n. 48 cit.;</ref> In un periodo in cui l'uso del colore era ancora limitato e guardato con diffidenza dalla critica,<ref>In pratica vengono realizzati a colori, per ragioni facilmente intuibili, alcuni film comici di Totò, i film-rivista (compresi quelli canzonettistici), i film operistici, i documentari (all'epoca con tendenza spettacolare), i film-in-costume e avventurosi e alcune commedie turistico-vacanziere. (Adriano Aprà, ''Lo stato della tecnica'', in ''Storia del cinema italiano'', vol.IX, Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia, 2004</ref> fu scelto per la [[fotografia]] [[Robert Krasker]], «... la più grande firma della fotografia cinematografica britannica»,<ref>Stefano Masi, ''Gli operatori'', in, a cura di, Gian Piero Brunetta, ''Storia del cinema mondiale'', vol. V, Giulio Einaudi editore, Torino, 2007</ref> che già si era cimentato in traduzioni cinematografiche di Shakespeare, con ''[[Enrico V (film 1944)|Enrico V]]'' di [[Laurence Olivier]] del [[1945]] e ''[[Cesare e Cleopatra]]'' di [[Gabriel Pascal]], dello stesso anno.
Al film fu dedicato il primo numero, uscito nel [[1956]], della collana monografica ''[[Dal soggetto al film]]'', dell'editore [[Cappelli]] di [[Bologna]], diretta da [[Renzo Renzi]], un'esperienza che si sarebbe conclusa nel [[1977]], dopo 54 uscite, con un numero dedicato a ''[[Padre padrone]]'', di [[Paolo e Vittorio Taviani]].
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