[[File:Metauro à San Angelo in Vado.jpg|thumb|right|300px|Il fiume [[Metauro]]]]
Tasso si ferma su un fiume, il [[Metauro]] delle [[Marche]], dove riflette sulle sua triste condizione da fuggitivo. Egli esalta le qualità del fiume, rigoglioso e circondato da graziosi alberi verdi. In particolare una [[quercia]], albero dello stemma della famiglia d'[[Estedei (famiglia)|Este]]Della Rovere, attrae l'attenzione del poeta il quale, ritenendosi bersagliato dalla cattiva sorte e dalla dea [[Fortuna (mitologia)|Fortuna]] in particolare, vorrebbe essere seppellito in mezzo alle sue foglie. Dopo aver riepilogato le tappe più infelici della sua vita da quando si è recato presso la corte di [[Alfonso II d'Este]] alla fuga presso le [[Marche]], Tasso ricorda piangente l'affetto dolce che aveva la propria madre per lui quando era fanciullo. I dolci baci, le languide carezze e la morte per malattia sono solo un fosco ricordo e lo stesso accade con il padre, uomo tutto d'un pezzo, ma che Tasso ricorda sempre con rimorso. Al termine della canzone Torquato Tasso intende narrare in maniera dettagliata ciò che lo turba, ma s'interrompe.