Arte partecipata: differenze tra le versioni

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L''''Arte partecipata''' (o '''partecipativa''') usa un approccio al fare arte che coinvolge direttamente il pubblico nel processo creativo, autorizzandolo a divenire co-autore, ''editor'' e osservatore dell'opera medesima. Questa forma d'arte risulta incompleta quando non comprenda una interazione fisica degli spettatori. Il suo intento è sfidare quella modalità dominante di fare arte, tipica dell'occidente, per la quale una piccola classe di artisti crea mentre il pubblico recita il ruolo passivo di osservatore o consumatore, acquirente - nel supermercato dell'arte - dell'opera dei professionisti.
Alcune opere su commissione, che hanno reso nota l'arte partecipativa, sono il [[Teatro dell'oppresso]] di [[Augusto Boal]] e gli [[happening]] di [[Allan Kaprow]].
Un lavoro artistico, che sia interattivo e partecipato, può essere definito di arte partecipativa e può anche essere categorizzato con termini quali [[arte relazionale]], [[:en:Social Practice|pratica sociale]],

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[[en:community arts]] e nuova forma d'arte pubblica.
 
L'arte tradizionale e l'arte tribale sono in qualche modo considerate forme d'arte partecipativa, nel senso che - alla loro creazione - hanno preso parte molti o tutti i membri della società. Come scrisse l'etno-musicologo [[:en:Bruno Nettl|Bruno Nett]], il gruppo tribale "non ha specializzazione o professionalità; la sua divisione di compiti dipende quasi esclusivamente dal sesso o - occasionalmente - dall'età e soltanto raramente vengono inclusi individui abili in misura distintiva in qualche tecnica… le stesse composizioni musicali sono note a tutti i membri del gruppo e esiste una bassa specializzazione nella composizione, nell'esecuzione o nella creazione degli strumenti musicali".<ref>Nettl, Bruno, Music in Primitive Culture, Cambridge, Harvard 1956, p. 10.</ref>