Francesco Stocco: differenze tra le versioni
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Accolto come paggio alla corte [[Borboni#Borbone_di_Napoli|borbonica]], a [[Napoli]] frequentò la scuola del letterato [[Basilio Puoti]] e si avvicinò agli ambienti [[Mazzinianesimo|mazziniani]]. Nel [[1847]] fu arrestato per la sua ostilità al regime borbonico e liberato all'inizio del [[1848]]. Ritornato lo stesso anno in [[Calabria]], ebbe una parte di primo piano nella rivoluzione calabrese della primavera del 1848 guidando l'insurrezione dell'[[Angitola (fiume)|Angitola]]. Il fallimento dei moti calabresi, e la successiva repressione borbonica lo costrinsero all'[[esilio]] dapprima a [[Malta]] e successivamente, nel [[1850]], nello [[Regno di Sardegna|stato Sabaudo]], a [[Genova]].
Nel [[1860]] fu uno de [[i Mille]], inizialmente al comando di una compagnia. Fu ferito gravemente ad un braccio a [[Calatafimi]]. Sbarcato in Calabria, organizzò il corpo dei volontari garibaldini dei [[Cacciatori della Sila]], raggiungendo il grado di [[maggior generale]] il [[27 agosto]] [[1860]], alla vigilia del disarmo dell'esercito borbonico del [[Giuseppe Ghio|generale Ghio]] a [[Soveria Mannelli]] il [[30 agosto]] [[1860]]. La sua azione in Calabria portò in ultima analisi all'evacuazione di [[Napoli]] da parte di [[Francesco II]] e contribuì quindi grandemente al successo della spedizione di [[Garibaldi]].
Dopo l'[[unità d'Italia]] entrò col grado di generale nell'[[esercito]] regolare ([[1862]])
Fece parte della Commissione istituita nel dicembre [[1861]], per redigere il primo elenco dei Mille che sbarcarono a Marsala l'[[11 maggio]] [[1860]]. La Commissione era composta dai generali: [[Vincenzo Giordano Orsini]], Francesco Stocco, [[Giovanni Acerbi]], i colonnelli; [[Giuseppe Dezza]], [[Guglielmo Cenni]] e [[Benedetto Cairoli]], [[Giorgio Manin]], i maggiori; [[Luigi Miceli]] e [[Antonio Della Palù]], i maggiori; [[Giulio Emanuele De Cretsckmann]], [[Francesco Raffaele Curzio]] e [[Davide Cesare Uziel]], i capitani; [[Salvatore Calvino]] e [[Achille Argentino]]. La Commissione rilasciò delle autorizzazioni a fregiarsi della medaglia decretata dal Consiglio civico di Palermo il 21 giugno 1860 per gli sbarcati a Marsala. Un altro Giurì d'onore riesaminò i titoli dei componenti la spedizione e il Ministero della Guerra pubblicò un nuovo Elenco dei Mille di Marsala, nel bollettino n.21, nell'anno [[1864]], in base al quale furono concesse le pensioni. Sulla base del secondo elenco fu redatto in modo definitivo il documento della Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia del 12 novembre 1878.<ref>[http://www.welfarelombardia.it/wmview.php?ArtID=8969 Commissione istituita nel dicembre 1861, per redigere l'elenco dei Mille che sbarcano a Marsala per il documento della Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia del 12 novembre 1878]</ref>
Il suo nome fu dato a un [[cacciatorpediniere]] della [[Regia Marina]] italiana, varato nel [[1926]] <ref>Carmelo Calci, «Le navi della regia marina Pepe, Stocco, Nicotera e Bianchi», in ''Storicittà'' XVIII, n. 178, Dicembre 2009 e in ''Storicittà'' XIX, n. 179, Gennaio 2010</ref>.
== Note ==
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