Marco Polo: differenze tra le versioni

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Niccolò e Matteo Polo intrapresero il loro secondo viaggio nel [[1271]], con la risposta di [[papa Gregorio X]] da consegnare al [[Kubilai Khan]]. Questa volta Niccolò portò con sé il figlio diciassettenne Marco. Viaggiarono verso l'interno, attraversando l'[[Anatolia]] e l'[[Armenia]]. Scesero quindi al [[Tigri]], toccando probabilmente [[Mossul]] e [[Bagdad]]. Giunsero fino al porto di [[Hormoz (città)|Ormuz]], forse con l'intenzione di proseguire il viaggio via mare. Continuarono invece a seguire la via terrestre e, attraverso la [[Persia]] e il [[Khorasan]], raggiunsero [[Balkh]] e il [[Badakhshan]]. Superarono, in quaranta giorni, il [[Pamir]] e scesero verso il [[bacino del Tarim]]. Attraverso il [[deserto dei Gobi]] giunsero ai confini del [[Catai]], nel [[Tangut]], la provincia più occidentale della Cina. Quindi proseguirono lungo la parte settentrionale dell'ansa del [[Fiume Giallo]], arrivando infine a [[Khanbaliq]], dopo un viaggio durato tre anni e mezzo.
 
Una volta arrivato nel Catai, Marco ottenne subito i favori del [[Kubilai Khan]], al punto che divenne suo consigliere e successivamente suo [[ambasciatore]]. {{Quando gli due fratelli e Marco giunsero alla gran città ov'era il Gran Cane, andarono al mastro palagio, ov'egli era con molti baroni, e inginocchiaronsi dinanzi da lui, cioè al Gran Cane, e molto si umigliarono a lui. Egli li fece levare suso, e molto mostrò grande allegrezza, e domandò loro chi era quello giovane ch'era con loro. Disse messer Niccolò: "Egli è vostro uomo e mio figliuolo". Disse il Gran Cane: "Egli sia il ben venuto, e molto mi piace".|Marco Polo, Il Milione, Istituto Geografico DeAgostini 1965 p.49}} Kubilai Khan, infatti, iniziò ad assegnargli delle missioni (come quella a [[Sayangfu]]) e mostrò a lui e alla sua famiglia degli spettacoli come la sfilata dei 10.000 elefanti.
 
Solo dopo 17 anni Marco Polo ripartì per Venezia. Durante il viaggio accompagnò la principessa Kocacin, nipote del Kubilai Khan, dal [[re di Persia]] che lei avrebbe dovuto sposare. Al ritorno a Venezia soltanto la nonna di Marco lo riconobbe e decise di organizzare una festa in onore suo e di Matteo e Niccolò Polo. I vicini di casa non riuscivano a credere che i tre Polo fossero tornati dal lontano Oriente, ma si ricredettero quando i Polo fecero loro vedere i preziosi che avevano dentro i loro abiti.