Ernst Cassirer: differenze tra le versioni

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Sulla relatività di Einstein: correzioni e chiarificazioni
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Cassirer, nel capitolo finale ("La Teoria della Relatività e il problema della Realtà") dà merito, all'innovativa scienza einsteiniana, l'aver portato la forma del pensiero fisico, necessaria per la conoscenza obiettiva, alla sua più chiara conclusione. In tutto il percorso del trattato egli illustra come la concezione relativistica sia importante in quanto riduca le proprietà empiriche/corporee alla loro essenzialità di relazioni, ora la "proprietà" implica soprattutto il carattere di relazione<ref>Vedi di questo testo di Cassirer il capitolo 3° "Il concetto filosofico di verità e la Teoria della Relatività".</ref>, fra spazi e tempi locali; con misure che cambiano a seconda dei punti osservativi (riporta il termine di Einstein "molluschi di riferimento"<ref>Vedi in op.cit. il capitolo "Materia, Etere, Spazio".</ref> per strumenti di misura<ref>Cioè per ogni oggetto usato per comparazioni di tempo e di spazio: come orologi e regoli. Dalla fisica precedente essi erano considerati rigidi, poiché spazio e tempo erano dati con valori assoluti e inalterabili, qualora fossero messi a confronto fra corpi distribuiti in sistemi diversi, con condizioni di velocità e massa diversi.</ref>), ma varianti che vengono messi in rapporto e "comunanza" entro un unico complessivo sistema razionale. Sistema libero da supposte indimostrabili sostanze (quali l'etere), ad esempio: "''...la teoria...porta questa metodica ancora un passo più avanti, liberandosi dai presupposti della visione ingenua, sensibile e materiale''"<ref>Da Cassirer, op.cit. cap.2 "I fondamenti empirici e concettuali della relatività", pag.81.</ref>, e descrivibile in virtù di economiche e circoscritte regole ben determinate, la cui fonte sta negli a-priori del pensiero (quelli riferiti ai concetti geometrici, nell'ultime pagine del capitolo sesto sono definiti "''anticipazioni metodiche''"). Il "pensiero" è qui considerato nella sua struttura oggettiva, quella dei rigorosi meccanismi che lo dirigono e inerenti a logica e matematica: quindi il più indipendente possibile dagli aspetti psicologici e soggettivi dei singoli osservatori<ref>Va ricordato che, a quel tempo, la teoria della relatività nella sua interezza era da poco stata esposta e quindi mancava ancora d'una piena comprensione e divulgazione anche negli ambienti colti, e mancava in parte anche d'accertamento empirico e sperimentale, perciò argomentazioni che oggi possono sembrar banali allora presentavano una visione inusuale, a volte in opposizione a senso e cultura comune. </ref>.
 
Nel suo quinto capitolo, "I concetti di Spazio e Tempo dell'Idealismo Critico e la Teoria...", l'Autore si sofferma su differenza fra approccio fisico scientifico e quello critico filosofico; come esempio parte dalla formulazione utile a definire la distanza di due punti infinitamente prossimi ("x<sub>1</sub>, x<sub>2</sub>, x<sub>3</sub>, x<sub>4</sub>, e x<sub>1</sub> + dx<sub>1</sub>, x<sub>2</sub>, +dx<sub>2</sub>, x<sub>3</sub> + dx<sub>3</sub>, x<sub>4</sub> + dx<sub>4</sub>,")<ref>Da op.cit. "Concetti di Spazio e Tempo..." pag.123.</ref>, rilevando come tali serie, debbonoanche per la relatività, debbano già supporre in sé i concetti di ''continuum'' e di prossimità, per potervi riconoscere un senso. Senso che lo studio fisico prende per dato ma che perciò necessita di preventiva indagine critica puramente filosofica.
 
In sintesi, il risultato della disamina è che per la scienza empirica qualunque principio concettuale vale per il suo uso applicativo e applicazionesperimentale, all'appercezioneriguardante ei soli sperimentazioneelementi appercepibili; e quied è ripetuta la constatazionel'accezione di Einstein secondo cui, per i parametri della scienzastrettamente fisicascientifici, un concetto non è considerabile neppure come esistente, cioè logicamente motivato, finché non se ne coglie l'aspetto fenomenico manifesto e provato nei casi scientificamenteempiricamente esaminati. MentreInvece il filosofo indaga la definizione di qualchequegli specificospecifici concettoconcetti, nel modo più rigoroso possibile, a prescindere dalla sualoro rilevanza osservativa e misurativa materiale. Poiché esso è intesoessi, gnoseologicamente, comesono categoriai fondamentalefattori epreesistenti che preesistentepresiedono all'eventuale procedimento misurativo. Come Cassirer fa notare "''...la nozione di spazio e di tempo non è prodotta dalla misurazione...''", ma tali nozioni sono lei categoriefondamenti che rendono possibile suddetta misurazione; per cui nella prospettiva puramente logico-filosofica non può bastare l'ammissione che "''...il senso di un concetto coincida col suo uso...''"<ref>Citazioni estratte da op.cit. pag.125.</ref> ma esso dev'essere valutato a prescindere dell'applicazionedelle rispettive applicazioni, proprio per poterlo megliopoi utilizzare, in queste, con una più chiara ed efficiente successivamentecognizione. Allora il compito importante e peculiare che resta alla scienza fisica è quello di riempire ognuno di tali concetti con un contenuto significativo ai fini specifici di testarne la validità connessa alla conoscenza, rendendoli efficaci per l'indagine sulle verità della materia reale; compito da cui esula, e per il quale non è più sufficiente, la specifica analisi epistematica.
 
Infine, l'Autore, precisa e condensa la propria analisi asserendo:"''...Lo scopo del pensiero fisico è definire e enunciare la materia della natura in modo puramente oggettivo, ma, in ciò, necessariamente enuncia contemporaneamente la legge e il principio suoi propri...''" <ref>Op.cit.pag.157.</ref> Quindi con ciò egli riconosce che, essendo ogni schematizzazione conoscitiva generata inevitabilmente da dette forme originate dalla nostra mente, non ci si può astrarre da un latente antropomorfismo nemmeno in tale esplicazione scientifica; di conseguenza nel medesimo capitolo finale accenna a [[Wolfgang Goethe]] riportandone la contestuale ed esauriente riflessione:"''Ogni filosofia della natura resta soltanto antropomorfismo, l'uomo, uno con sé stesso...tutto ciò che egli non è, lo trae a sé, lo fa tutt'uno con sé stesso...''"<ref>Op.e pag.cit. </ref>