Francesco De Renzis: differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
Figlio di Ottavio e Maria Rosa Morvillo, Barone di Montanaro e di San Bartolomeo, parente dei baroni Leopoldo e Stanislao De Renzis, caduti della [[Repubblica Napoletana]]<ref>La dimora della famiglia, tuttora esistente, è il palazzo baronale di [[Francolise]] (Caserta)</ref>, studiò nel seminario di Capua. Venne successivamente avviato giovanissimo alla carriera delle armi come allievo della [[Scuola militare Nunziatella]] di Napoli<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2012/30-gennaio-2012/de-renzis-capuano-che-bombardo-casa--1903064925640.shtml De Renzis, il capuano che bombardò casa]. Accesso il 24 febbraio 2013.</ref>, dalla quale uscirà con il grado di [[sottotenente]] del Genio nel [[1854]].
 
Nel [[1860]] presenta le proprie dimissioni dall'[[Esercito delle Due Sicilie]], per poter prendere servizio in quello sabaudo. Come ufficiale di quest'ultimo, in qualità di luogotenente del generale [[Luigi Federico Menabrea]] prese parte all'[[Assedio di Capua (1860)]], sua città natale<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2012/30-gennaio-2012/de-renzis-capuano-che-bombardo-casa--1903064925640.shtml De Renzis, il capuano che bombardò casa]. Accesso il 24 febbraio 2013.</ref>, ed all'Assedio di Gaeta, che segnò la caduta del [[Regno delle Due Sicilie]]. Durante le operazioni, si segnalò per il valore sul campo, ottenendo la promozione a [[capitano]], il grado di Cavaliere dell'[[Ordine militare di Savoia]] e fu nominato ufficiale d'ordinanza di [[Vittorio Emanuele II]]. In questo ruolo, prese successivamente parte alla campagna contro l'Austria nel [[1866]]. Il [[20 settembre]] [[1870]], in occasione della [[Presa di Roma]], De Renzis portò in scena il proprio dramma teatrale "Il medico del cuore". Inizialmente accolto favorevolmente per il primi due atti, lo spettacolo fu però oggetto successivamente di “un sibilare assai forte” durante il terzo atto. L'insospettata umiliazione toccata ad un'attrice favorita da Vittorio Emanuele II, e il suo giudizio sul "declino del teatro nazionale", costarono a De Renzis due mesi di arresti presso la fortezza di [[Alessandria]]. Poco dopo, l'ufficiale lasciò il servizio attivo.