Anime: differenze tra le versioni

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{{Nihongo|'''Anime'''|アニメ|Anime|dall'abbreviazione di ''Animēshon'', adattamento giapponese della parola [[lingua inglese|inglese]] ''animation'', ovvero ''animazione''}} è il termine con il quale si è soliti indicare le opere d'[[animazione]] [[giappone]]si, anche se letteralmente si può tradurre semplicemente come ''[[animazione]]''.
 
Il termine, nel tempo, ha assunto sempre più valenza come indicativo di opere giapponesi. In [[Italia]] viene spesso indicato anche con il termine generico di ''[[cartone animato]]''. I doppiatori di anime spesso vengono indicati con il termine [[lingua giapponese|giapponese]] ''[[seiyuu]]''.
 
Così come accade per il [[cinema]], gliGli anime spaziano in generi molto diversi tra loro: amore, avventura, [[fantascienza]], storie di bambini, [[romanzo|romanzi]], [[sport]], [[fantasy]], [[erotismo]] (vedi ''[[hentai]]'') e molti altri.
 
Nonostante il luogo comune occidentale che relega gli anime a prodotto esclusivamente infantile o, spesso, pornografico (con conseguente [[censura]]), in realtà l'[[animazione]] è una forma d'arte espressamente commerciale, dove esistono produzioni per ogni tipo di audience, dai bambini agli adolescenti e agli adulti. Addirittura, la categorizzazione dei sottogeneri ha creato anime e [[manga]] pensati e disegnati per categorie specifiche come impiegati, casalinghe, studenti, ecc.
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Ciò ha determinato, da quel momento in poi, un grosso deficit, colmato soltanto in parte negli ultimi anni, per quanto riguarda la distribuzione degli anime, sia con riferimento al mercato televisivo che a quello dei [[DVD]] o delle [[VHS]]. A rendere difficile la situazione c'è poi anche il prezzo particolarmente elevato dell'[[home video]], dovuto alle spese per l'acquisizione dei diritti ed ai costi di doppiaggio, che impedisce un acquisto massiccio da parte del pubblico giovane ed impone tabelle di marcia rallentate per l'edizione italiana delle nuove opere.
 
Per quanto riguarda la trasmissione degli anime in [[televisione]], i fruitori dell'animazione nipponica hanno sempre dovuto subire la [[censura]] che su tutte le reti (Rai, Mediaset e, sebbene in misura molto più lieve, locali) ha molto spesso deturpato il prodotto, anche snaturato da cattivi adattamenti, dovuti sia a cattiva qualità o comprensione dei copioni originali, sia ad arbitrarie modifiche. A causa dell'accennatodi un equivoco culturale di fondo, che in Italia vuole l'animazione rivolta sempre e solo ai bambini, molti anime destinati originariamente ad adulti o adolescenti sono stati adattati forzatamente ad un fascia di età infantile. Il cambiamento di target ha così comportato una revisione dei dialoghi, per edulcorarli e renderli più comprensibili a un pubblico molto giovane, ed il taglio di sequenze, e più raramente di intere puntate, ritenute non adatte a un pubblico infantile. Anche il [[Moige]] ha spesso impropriamente scatenato battaglia contro alcuni anime per i loro contenuti, mentre avrebbe dovuto prendersela con chi si ostinava a trasmetterli in fasce orarie destinate ai bambini. Per questo esiste un'associazione, l'[[ADAM]] (Associazione Difesa Anime e Manga), che si occupa proprio di contrastare il fenomeno della censura, a tutela dell'integrità artistica delle opere di animazione nipponiche. In Giappone, infatti, l'animazione è considerata, al pari della [[cinematografia]], una forma d'espressione artistica che può veicolare messaggi d'ogni genere e tipo, destinati a fasce d'età differenziate: esistono, dunque, anime per bambini, anime per adolescenti ed anime per adulti.
 
===Distribuzione parallela e fansub===