Aldo Resega: differenze tra le versioni

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Fu ucciso con otto revolverate la mattina del 18 dicembre 1943, a pochi passi di distanza dalla soglia della sua casa
Resega fu ucciso da un [[commando]] dei [[Gruppi di Azione Patriottica]]. Il giorno dopo, presso [[Piazza del Duomo (Milano)|piazza del Duomo]], il corteo funebre fu attaccato dai partigiani che spararono sulla folla intervenuta.<ref>Massimiliano Griner, La pupilla del Duce, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino, 2004, pag. 116: "Gli stessi funerali del federale furono trasformati in un'occasione per esacerbare gli animi quando la folla che seguiva il feretro in piazza Duomo fu fatta segno di colpi di arma da fuoco sparati da cecchini appostati nelle vicinanze."</ref>.<ref>Giorgio Bocca, La repubblica di Mussolini, Edizioni Mondadori Oscar, 2009, Cles (TN), pag. 100:"L'indomani il terrorismo arriva puntuale all'appuntamento: un gappista spara da un tetto sul corteo funebre di Resega, dal basso rispondono con una sparatoria caotica....."</ref>. Aldo Resega lasciò scritto il proprio testamento spirituale:
{{quote|Se dovessi cadere lasciate che il mio sacrificio, come quello di tanti altri Martiri, rapprersentirappresenti semplicemente il pegno della nostra rinascita. La tragedia dell'Italia vorrà forse il mio sangue? Io l'offro con l'impeto della mia fede. Lasciate che sgorghi senza equivalente, senza rappresaglie e senza vendetta. Così soltanto sarà caro e fecondo per la mia patria: dono e non danno, atto d'amore e non fomite d'odio, necessità di dolore e non veicolo di disunione maggiore.|Aldo Resega nel suo testamento spirituale<ref>Vincenzo Costa, "L'ultimo federale" memorie della guerra civile 1943-1945, Edizioni Il Mulino, 1997 pag. 62</ref>}}
 
In seguito, per rappresaglia, furono fucilati 8 antifascisti presso l'[[Arena Civica|Arena]] del tutto estranei all'omicidio.<ref>Massimiliano Griner, La pupilla del Duce, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino, 2004, pag. 116</ref> Con il nome di Aldo Resega fu poi chiamata una [[Brigate nere|brigata nera]] mobile, che durante la guerra pubblicò anche un settimanale, e un battaglione della [[Legione Autonoma Mobile Ettore Muti]].