Omero, Iliade: differenze tra le versioni
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[[Ulisse]] e [[Diomede (Tideo)|Diomede]] hanno collaborato in combattimento e in avventure per tutta la guerra di [[Troia]]. Inizialmente furono loro a trarre in inganno la povera figlia di [[Agamennone]] [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]] per essere sacrificata. Infatti il re di [[Micene]] aveva offeso la dea [[Artemide]] e questa rispose facendo calare sul mare una odiosa bonaccia, cosicché nessuno potesse partire per la guerra. L'oracolo aveva predetto che la figlia di Agamennone doveva essere sacrificata, così Ulisse e Diomede pensarono bene di prelevarla con la scusa che dovesse partire per sposare l'eroe [[Achille]]. Ulisse particolarmente era il più scaltro e il più imbroglione giacché non si esponeva mai troppo ai pericoli e parlava più con le frasi che con le armi. Tuttavia anche egli compie durante la guerra azioni scellerate. Ad esempio mentre [[Tersite]] rimprovera il re [[Agamennone]] di aver voluto essere risarcito da [[Achille]] con la sua schiava [[Briseide]], dato che lui era stato costretto a lasciare la sua [[Criseide]] per una [[carestia]] e [[pestilenza]] inflitte dal dio [[Apollo]], viene picchiato dall'eroe con esagerata violenza, sebbene questi fosse già storpio e malconcio. Oppure i due eroi amici decidono in un determinato periodo della guerra di rubare nella città di [[Troia]] il [[Palladio (mitologia)|Palladio]] di [[Atena]], ovvero una preziosa e sacra statuetta ritraente la dea custodita nel tempio della profetessa [[Cassandra (mitologia)|Cassandra]]. Quando Diomede è sorteggiato di rubare la reliquia Ulisse cerca di pugnalarlo alle spalle durante il ritorno, ma l'eroe lo scorge appena in tempo e lo prende a randellate.
==Sarpedonte, Aiace di [[
Il [[Sarpedonte (Laodamia)|primo]] era un figlio di [[Zeus]] e di [[Laodamia]] e combatteva contro la [[Grecia]] al fianco dei [[troiani]]. Specialmente nota fu la sua offensiva agli Achei durante uno degli ultimi assedi del decimo anno di combattimento. Infatti Sarpedonte osa distruggere i muri eretti dai greci per difendere le navi dal fuoco dei Troiani, intenti ad incendiarle. Tuttavia egli viene bloccato e ucciso da [[Patroclo]] che nel frattempo, per destare nuovo vigore negli animi dei guerrieri, aveva indossato le armi dell'amico [[Achille]]. Infatti il Pelide dal litigio con il re [[Agamennone]] per avergli rubato la schiava [[Briseide]] aveva deciso di non combattere più. Riprenderà ad attaccare i nemici solo quando Patroclo verrà fermato in combattimento prima dal dio [[Ermes]] e poi trafitto alla schiena da [[Ettore (mitologia)|Ettore]].<br> Partendo da questo presupposto la vicenda passa dalla bocca di Sarpedonte a quella di Ettore e successivamente ad [[Aiace Telamonio]]. Ettore è il maggiore dei figli di [[Priamo]], re di [[Troia]], ed ha come sposa la bella [[Andromaca (mitologia)|Andromaca]] che gli ha concepito il figlioletto [[Astianatte]]. L'eroe, capo dell'armata troiana, racconta di un suo triste momento avvenuto durante uno dei primi assalti contro l'esercito di [[Agamennone]] e [[Menelao]].
[[File:Triumphant Achilles in Achilleion levelled.jpg|thumb |300px|Achille trascina il corpo senza vita di Ettore attorno a Troia. [[Affresco]] della fine del XIX secolo nel palazzo dell'Achilleion a [[Corfù]], in [[Grecia]]]]
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