Sufismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
== Etimologia ==
 
Il termine [[lingua araba|arabo]] "''tasawwuf''" deriverebbe dalla [[lana]] (in arabo ''sūf'' ) con cui erano intessuti gli umili panni dei primi mistici musulmani che per questo vennero chiamati "sufi", ma un'altra etimologia si rifà al vocabolo ''suffa'', "[[portico (architettura)|portico]]" antistante la casa-[[moschea]] di [[Maometto|Muhammad]] a [[Medina]], sotto il quale si raccoglievano alcuni pii musulmani, ospitati volentieri dal Profeta per la loro povertà che s'accompagnava a un atteggiamento assai pio. Altri riconducono il termine all'arabo ''safā''' (purezza)o si richiamano alla collocazione dei Sufisufi 'in prima fila' ( ''saff al-i awwal'' ) al cospetto di [[Dio]].
 
== Diffusione e caratteri del Sufismo ==
Riga 9:
Il ''tasawwuf'' - che ha in sé, forte, il concetto dell'[[esoterismo]] (da cui andranno però espunti i cascami ideologici che spesso al termine s'accompagnano) - è fenomeno trasversale e diffusissimo nell'Islam, per quanto poco avvertibile all'occhio laico a causa della grande riservatezza osservata dai praticanti. Il suo grande successo, come nell'[[Ebraismo]], deriva in modo tutt'altro che secondario dalla particolare struttura fideistica delle due religioni semitiche, entrambe convinte della letterale Rivelazione ai Suoi [[Profeta|profeti]] da parte di [[Dio]] della Sua precisa volontà.
 
Il sufismoSufismo tuttavia è particolarmente coinvolto nella speculazione dottrinali e gli aspetti di puro [[ascetismo]] non sono tanto predominanti come ci si aspetterebbe. Fuorviante dunque sarebbe accostare il ''tasawwuf'' al misticismo cristiano, in cui l'ascetismo è pratica tutt'altro che rara grazie all'assetto assai meno cogente del [[ritualismo]], dal momento che i [[Vangeli]] riportano l'essenza etico-religiosa del Messaggio di [[Cristo]], che si può mettere in pratica senza troppi passaggi rituali rigidamente formalizzati.
 
Il ''tasawwuf'' è particolarmente diffuso nel [[sunnismo]] e assai meno nello [[sciismo]], in cui sono attive infatti solo due [[confraternita islamica|confraternite islamiche]], la ''Ni‘matullahiyya'' e la ''Dhahabiyya'', a fronte delle diecinedecine di confraternite sunnite tuttora operanti. Ciò dipende essenzialmente dal fatto che, per conoscere Allah e la Sua volontà, lo sciismo può stabilmente contare sull'attiva opera dei suoi dotti che, se non costituiscono un formale [[sacerdozio]], come il resto dell'Islam, hanno acquistato però un incontestabile profilo di tipo [[clero|clericale]] per il fatto che i loro ''[[ulema]]'' di maggior dottrina, e in particolar modo i ''[[marja' al-taqlid]]'', sono ispirati in modo ineffabile dall'"[[Imam]] "nascosto".
 
Nell'Islam sunnita la totale mancanza di sacerdozio e di una classe di tipo clericale che possa assolvere alla funzione intermediatrice fra Dio e le Sue creature comporta una ricerca di Dio e della Sua volontà assai più faticosa e rischiosa.
È dunque perfettamente normale, legittimo e doveroso per il sufismo che il musulmano ricerchi personalmente quale sia la volontà di Dio, obbedire alla quale permette di scansare il peccato che, nell'Islam, altro non è se non la disubbidienza alle Sue disposizioni (tant'è vero che ''muslim'', "musulmano", significa proprio "chi si assoggetta alla Volontà di Dio").
 
Un metodo che si può validamente affiancare al recepimento di quanto suggerito dagli ''[[ulema|‘ulamā’ˁulamā’]]'' è perciò quello dell'indagine personale, da conseguire tramite una lunga disciplina spirituale e mentale che - senza far trascurare lo studio della dottrina essoterica ufficiale - possa aprire la Via esoterica verso Dio (il termine ''[[tariqaconfraternita islamica|tarīqa]]'' ha questo significato), per imboccare e percorrere la quale sarà necessaria l'opera educativa di un Maestro che funga da "guida".
 
== Storia ==
 
Da una prima fase in cui l'esperienza sufi restò caratterizzata da un forte individualismo ([[Rabi'a al-'Adawiyya]], [[Ma'ruf al-Kharkhi]], [[al-Harith al-Muhasibi]], [[Dhu l-Nun al-Misri]], [[Sahl al-Tustari]], [[al-Junayd ibn Muhammad]]), si passò verso il [[XII secolo]] alla creazione di ''[[tariqa|turuq]]'', con un numero più o meno ampio di discepoli (''murìd'', pl. ''muridùn'') radunati attorno a un Maestro (''shaykh'' in arabo, ''pir'' in [[lingua persiana|persiano]], ''dede'' in [[lingua turca|turco]]).
Di esse si ricordano in particolare la ''[[Qadiriyya|Qādiriyya]]'', fondata nel XII secolo da [['Abd al-Qadir al-Jilani]]; la ''[[Suhrawardiyya]]'', fondata nel medesimo secolo da [[Shihab al-Din al-Suhrawardi]]; la ''[[Rifa'iyya]]'', fondata da [[Ahmad al-Rifa'i]] ancora nel XII secolo come la ''[[Kubrawiyya]]'', fondata da [[Najm al-Din Kubrà]], la ''[[Shadhiliyya]]'', fondata da [[Abu l-Hasan al-Shadhili]] nel [[XIII secolo]], la ''[[Mawlawiyya]]'', fondata nel XIII secolo da [[Jalal al-Din Rumì]] di [[Konya]], nota per i suoi [[Derviscio|dervisci]] roteanti; la ''[[Cishtiyya]]'' fondata da [[Mu'in al-Din Cishti]] e, forse la più vivace negli ultimi tempi, la ''[[Naqshbandiyya]]'', fondata da [[Bahà al-Din Naqshbandi]], entrambe queste ultime attive dal XIII secolo. Altri rami si sono innestati su quelli principali, è il caso della "Jarrahyya" sull- riforma dell'ordine "Khalwatiyya" fondata da PirˁUmar Nurettinal-Khalwatī o, secondo altri, da Muhammad ibn Nūr al-Bālisī o, ancora, da Yahyā al-Shirwānī al-Bākūbī<ref>H.J. Kissling, "", ''Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft'', CIII (1953), p. 240</ref> - fondata da Nur al-Dīn al-JarrahiJarrāhī (1678-1721).
 
== Contrasti nell'ambito del mondo musulmano ==