Anime: differenze tra le versioni

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L'animazione giapponese ha avuto un significativo impatto sulla cultura dei giovani italiani nati dal 1970 in avanti, la cui infanzia è stata caratterizzata dalle serie di animazione giapponesi. In particolare per la prima generazione di spettatori di anime, quella degli anni '70, i personaggi delle serie giapponesi dell'epoca sono diventati un topos letterario, nonchè un elemento di identificazione generazionale, permeando la cultura popolare anche a livello di massa (si pensi ad esempio ai numerosi riferimenti all'animazione giapponese contenuti nei brani di [[Caparezza]]). Su Internet, questo ha dato luogo a punti di ritrovo virtuale molto partecipati, come il [[newsgroup]] [[it.arti.cartoni]].
 
Questo discorso vale in particolare per un fenomeno tutto italiano, quello delle sigle televisive degli anime: ritenendo gli originali cantati in giapponese inadatti ai bambini italiani, sin dalla fine degli anni '70 essi vennero sostituiti da brani appositamente realizzati in lingua italiana, spesso scritti da grandi musicisti come [[Vince Tempera]] o [[I Cavaliericavalieri del Rere]]. Successivamente, le sigle dei cartoni animati divennero un fenomeno discografico di rilievo, particolarmente tramite l'attività di [[Cristina D'Avena]]. A partire dalla seconda metà degli anni '90, si è sviluppato un rilevante fenomeno di revival di questo genere di brani, prima online, tramite il [[Progetto Prometeo]], e poi anche in televisione e in radio.
 
== Relazioni internazionali ==