Condottiero: differenze tra le versioni
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== Declino della carica ==
[[File:Cesare Borgia, Duke of Valentinois.jpg|thumb|right|250pz|Ritratto di Cesare Borgia]]
Dalla fine del Cinquecento e all'inizio del Seicento in [[Italia]] la figura del condottiero pian piano cominciò a volgere verso un lento ma costante declino. Già ciò si cominciò a vedere nell'inizio del Cinquecento quando [[Roma]] fu per l'ennesima volta invasa e saccheggiata, questa volta dai [[Lanzichenecchi]], soldati mercenari protestanti, non pagati dal [[Papa Paolo III]]. Il modello del perfetto condottiero ormai era diventato un sogno, come confermato anche da [[Niccolò Machiavelli]] ne ''[[Il Principe]]'', dato che gli attuali capitani si abbandonavano solo al gozzoviglio, all'imbroglio e si vendevano a chi offriva loro più servigi. Due esempi fondamentali furono la [[Battaglia di Zagonara]] ([[1424]]) e la [[Battaglia di Molinella]] ([[1467]]). Il codice cavalleresco che si trova nei romanzi d'avventura e nelle leggende, come quella di [[Re Artù]], è cambiato completamente e i capitani, piuttosto che uccidere i nemici, si limitavano a catturarli solo per avere maggiori informazioni, per poi lasciarli liberi.<br>L'ultimo, forse grande condottiero vissuto nell'età rinascimentale fu [[Cesare Borgia]], figlio di [[Papa Alessandro VI]]. Questi, molto ammirato e apprezzato da Machiavelli ne ''Il Principe'', contando sull'appoggio politico ed episcopale del padre e sull'alleanza di [[Luigi XII di Francia]] e [[Ludovico il Moro]], conquistò l'intera [[Emilia
== Ridicolizzazione del condottiero nell'arte ==
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