Autostrada A90: differenze tra le versioni
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Il tracciato della strada fu centrato sul [[Miliario aureo]] dell'[[Urbe]] antica, nei pressi del [[Foro Romano]] (così come accadeva per le antiche vie consolari, le cui progressive chilometriche erano calcolate da qui), distanziandosene di poco più di 11 km (il ''settimo miglio''). I lavori ebbero inizio nel [[1948]].
Il GRA fu un'opera che fece parlare molto di se, fin da prima dell'inizio dei lavori. Innanzitutto, era tra le prime applicazioni strategiche, per la città, della [[Legge Urbanistica]] n.1150 del [[17 agosto]] [[1942]], che regolamentava l'attuazione di opere sistemiche di interesse cittadino nel territorio del [[Comune]] e difficilmente si sarebbe potuto ipotizzare un progetto altrettanto
Se la circonvallazione di Sanjust si prefiggeva di integrarsi perfettamente nel tessuto urbano, costituendo non solo un fondamentale supporto alla circolazione stradale ma anche il vero e proprio confine cittadino, il GRA si spingeva decisamente oltre, con un tracciato stradale (per l'epoca) decisamente lontano dalla città e lungo quasi il triplo. Le aree attraversate dal raccordo erano ben al di fuori del limite della città edificate, totalmente sgombre nè destinate ad altri scopi.
Sul progetto e sui suoi fautori piovvero feroci critiche, da parte di urbanisti, politici e di buona parte della popolazione. E, se si considera il particolare momento in cui questi fatti si inseriscono, furono anche in parte giustificabili. Roma era una città appena uscita da un conflitto estenuante che aveva lasciato segni profondi. La gente pensava soprattutto a soddisfare i suoi bisogni primari, c'era penuria di alloggi, di servizi, di lavoro, la ricostruzione, sebbene avviata, era lenta e faticosa.
L'opinione pubblica si interrogava sulla reale necessità di quest'opera e furono sollevate numerose obiezioni: si diceva fosse lunga, troppo costosa, che non rispecchiava in alcun modo i reali bisogni della città, che era troppo lontana dalla città per risultare in qualche modo utile, che non serviva a risolvere il problema della disoccupazione nonostante le maestranze impiegate per la costruzione, che era oltremodo sproporzionata per il traffico stradale dell'epoca (
Il tempo diede al GRA la sua ragione di essere ed evidenziò la lungimiranza di chi lo aveva fortemente voluto. Nel giro di pochi anni la città e il paese furono protagonisti di un inarrestabile e, per certi versi disordinato, boom economico, sociale ed urbanistico. Lo sviluppo del trasporto su gomma trasformò il raccordo da inspiegabile "cattedrale nel deserto" a struttura fondamentale non solo per la viabilità, ma anche (nel bene e nel male) per i futuri sviluppi della città, costituendo da questo momento in avanti il protagonista imprescindibile di tutti i successivi [[Piani Regolatori]].
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