Autostrada A90: differenze tra le versioni

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===Le origini===
La genesi del GRA si colloca nel periodo dell'immediato dopoguerra, all'indomani della nascita della [[Repubblica Italiana]].
Con un decreto del [[Ministro]] [[Giuseppe Romita]], il [[27 giugno]] [[1946]] viene istituita l’[[ANAS]], Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali (oggi ANAS [[S.p.a.]]), nata sulle ceneri dell'[[Azienda Autonoma Statale della Strada|AASS]] (Azienda Autonoma Statale della Strada), e viene scelto come Direttore Generale l'[[ingegnere]] [[Eugenio Gra]].
Il compito della nuova azienda è arduo: da un lato è indispensabile procedere con la riparazione di oltre 20.000 [[Chilometro|km]] di strade ed opere viarie distrutte o danneggiate dagli eventi bellici, dall'altro è necessario un sostanziale piano di sviluppo dei trasporti per dare uno slancio alla ripresa economica.
 
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Se la circonvallazione di Sanjust si prefiggeva di integrarsi perfettamente nel tessuto urbano, costituendo non solo un fondamentale supporto alla circolazione stradale ma anche il vero e proprio confine cittadino, il GRA si spingeva decisamente oltre, con un tracciato stradale (per l'epoca) decisamente lontano dalla città e lungo quasi il triplo. Le aree attraversate dal raccordo erano ben al di fuori del limite della città edificata, totalmente sgombre nè destinate ad altri scopi.
 
Sul progetto e sui suoi fautori piovvero feroci critiche, da parte di urbanisti, politici e di buona parte della popolazione. E, se si considera il particolare momento in cui questi fatti si inseriscono, furono anche in parte comprensibili. Roma era una città appena uscita da un conflitto estenuante che aveva lasciato segni profondi. La gente pensava soprattutto a soddisfare i suoi bisogni primari,: c'era penuria di alloggi, di servizi, di lavoro, la ricostruzione, sebbene avviata, era lenta e faticosa.
L'opinione pubblica si interrogava sulla reale necessità di quest'opera e furono sollevate numerose obiezioni: si diceva fosse lunga, troppo costosa, che non rispecchiava in alcun modo i reali bisogni della città, che era troppo lontana dalla città per risultare in qualche modo utile, che non serviva a risolvere il problema della disoccupazione nonostante le maestranze impiegate per la costruzione, che era oltremodo sproporzionata per il traffico stradale dell'epoca (oltretutto, il primo tracciato prevedeva solo due corsie su singola carreggiata). Qualcuno ipotizzò addirittura che il GRA fosse la "chiave di volta" necessaria ad un colossale piano di lottizzazione da parte di gruppi di potere, con la complicità dei governi dell'epoca.