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Inizialmente era un semplice [[marinaio]], ma riuscì grazie alla sua [[eloquenza]] ad ottenere i primi impieghi nel governo di [[Atene]]. Fatto prigioniero da [[Filippo II di Macedonia]] durante la battaglia di [[Cheronea]], ne [[338 a.C.]] seppe conquistarsi la stima del re macedone grazie alla sua franchezza. Da quel momento divenne sostenitore della [[Regno di Macedonia|Macedonia]], sia per convinzione, sia per puro interesse venale, e fece prevalere ad Atene delle proposte di legge più favorevoli per il partito filomacedone.
 
Avversario accanito di [[Demostene]], propose il decreto che lo condannava a morte. In seguito, dopo aver tradito [[Antipatro (generale)|Antipatro]] in favore di [[Perdicca]], fu condannato a morte da [[Cassandro I|Cassandro]], figlio di Antipatro. Di lui ci resta solo un discorso, la cui autenticità non è dimostrata, reperibile nel tomo quarto degli Oratores greci di [[Johann Jakob Reiske]].
 
== Bibliografia ==