Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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Lo squadrismo, del resto, ben si addiceva al carattere sanguigno di Farinacci, che pur essendo indubbiamente più che portato per la politica, la interpretava comunque con riferimenti di fisicità che sollecitavano il lato violento del [[regime]]. Non soddisfatto del fascismo al potere, numerosi furono i suoi richiami ad una "''seconda ondata''" rivoluzionaria<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 101}}</ref><ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 51}}</ref> che avrebbe dovuto spazzare immediatamente i residui dello Stato liberale<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 113}}</ref>. In questa sua critica non esitò ad attaccare anche i simboli del costituito regime che a suo avviso avevano imborghesito il fascismo come [[Gabriele D'Annunzio]] il quale rispose dandogli del "goffo turiferario"<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 51}}</ref>.
Le prese di posizioni di Farinacci, che marcavano una netta distanza da Mussolini<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 113}}</ref>, lo resero inviso al Duce che lo allontanò dal [[Gran Consiglio del Fascismo]], allora Farinacci si dimise da console generale della [[Milizia volontaria per la sicurezza nazionale]]<ref>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 45}}</ref>. Infatti, con l'intento di istituzionalizzarle e di porle sotto stretto controllo dal [[1º febbraio]] [[1923]] nella Milizia erano confluite tutte le [[squadre d'azione]]. Farinacci iniziò a guidare la corrente più intransigente legata alle squadre, chiamata anche dei "''terribilisti''"<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 51}}</ref>. Il [[quadrumviro]] [[Emilio De Bono]] lo avvertì che rischiava l'accusa di "ammutinamento" e il deferimento al tribunale<ref>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 45}}</ref><ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 51}}</ref>.
 
Lo storico [[Giordano Bruno Guerri]] distinse tra due anime, quella di sinistra del fascismo che solitamente faceva capo ai leader dello [[squadrismo]], che voleva portare a termine la "''[[Rivoluzione fascista]]''"<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 101}}</ref> e l'anima di destra che invece puntava ad un ristabilimento dell'ordine secondo i dettami conservatori<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 101}}</ref>.