Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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Farinacci fu un convinto sostenitore della necessità di entrare in [[guerra]]<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 114}}</ref><ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref> tesi che sostenne anche il [[7 dicembre]] [[1939]] nella penultima riunione del Gran Consiglio del Fascismo attirandosi l'inimicizia di [[Italo Balbo|Balbo]], [[Dino Grandi|Grandi]] e di [[Pietro Badoglio|Badoglio]]<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref>. Quando poi la [[seconda guerra mondiale|guerra]] fu dichiarata, Farinacci prese parte alla [[campagna di Francia]].
Il [[22 febbraio]] [[1941]] fu inviato in [[Albania]], come Ispettore generale della Milizia, quì, appoggiato anche da [[Pietro Cavallero]], accusò [[Pietro Badoglio]] di essere il principale responsabile della pessima campagna bellica<ref>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 47}}</ref><ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref> risultando determinante nel fargli perdere il ruolo di [[Capo di Stato Maggiore]]<ref>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 47}}</ref>. Caduto nuovamente in disgrazia, anche perché non rinunciava mai ad eccedere nei giudizi, fece ritorno a Cremona dove dal suo giornale ricominciò a lanciare critiche alla gestione della guerra e a Mussolini provocando così ripetuti sequestri del quotidiano<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref>. Passò gran parte del periodo bellico a [[Cremona]] muovendosi poi per recarsi a [[Roma]] al Gran Consiglio del Fascismo del [[25 luglio]] [[1943]].
Venuto in giugno a conoscenza di un complotto ordito da ambienti filo-monarchici per sostituire Mussolini, avvertì il Duce il quale però non reagì<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 57}}</ref>. La mancanza di reazione di Mussolini lo convinse che fosse necessario provvederne alla sostituzione, opinione che confermò lo stesso [[16 luglio]] ad altri gerarchi<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 57}}</ref>. Il [[21 luglio]] mostrò a Mussolini un ulteriore foglietto in cui il generale Cavallero gli confermava le manovre dei congiurati:"''Caro Farinacci, fai sempre maggiore attenzione. Grandi e C. congiurano per scalzare Mussolini ma il loro gioco sarà in qualche modo vano, perché la Real Casa, con Acquarone, conduce la lotta per conto proprio e li giocherà tutti''"<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 57}}</ref>.
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