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In seguito ad un lavoro di ricerca e di ricostruzione che lo portò a spostarsi frequentemente a Londra, Parigi e Vigo, fondò in Inghilterra, con un capitale di 5 milioni, una società anonima, la Sea Salvage Company Limited, che aveva per scopo il salvataggio delle navi e dei sottomarini affondati e il recupero dell'oro dal fondo della Baia di Vigo, riservandosi il ruolo di amministratore insieme a personaggi illustri del Regno Unito ed è chiamato a tenere conferenze con esponenti ai vertici della Marina Militare e Mercantile Britannica, del Lloyd e della Borsa.
Sea Salvage era il nome della nave attrezzata per i salvataggi in mare, nel marzo del 1912 si trovava nel sud della Gran Bretagna, a Portsmouth, impegnata nel recupero del sottomarino britannico A3, affondato, nel mese di febbraio, durante un'esercitazione
L'Ing. Iberti, nonostante il mare mosso e le raffiche di neve, diresse le operazioni di sollevamento con un apparecchio di sua invenzione installato sulla Sea Salvage. La missione non riuscì perché l'Ammiragliato dette ordine di sospendere i lavori dopo 12 giorni, benché egli si rifiutasse di sospenderli
L'operazione di recupero e il dissidio sorto tra l'ingegnere italiano e l'Ammiragliato inglese fu un argomento che la stampa portato all'attenzione del pubblico ''Una comica battaglia è sorta tra l'Ammiragliato e il Dott. Iberti a cui erano inizialmente state affidate le operazioni di recupero del sottomarino A, affondato all'inizio di febbraio al largo dell'isola di Wight. Al Dott. Iberti è stato dato l'appalto per sollevare e consegnare l'A3 nella darsena di Portsmouth e il 6 febbraio aveva stipulato un contratto che prevedeva il pagamento di 100 sterline al giorno per sette giorni e null'altro fino alla consegna quando con soddisfazione del Comandante in Capo sarebbero state pagate altre 1000 sterline. Le condizioni atmosferiche sono pessime e non permettono di lavorare in modo efficiente che due giorni su dodici che sono durati i lavori. L'Ammiragliato revoca l'appalto e il Dott. Iberti si rifiuta di interrompere il suo lavoro dicendo che l'Ammiragliato non aveva nessun diritto di interrompere il contratto che non prevedeva nulla sulla sua risoluzione. I lavori, egli sostenne in modo veemente, che ormai erano in fase finale ed era pronto a sollevare il sottomarino. Per sette volte dette ordine di continuare i lavori e per sette volte i suoi subacquei erano pronti ad immergersi, ma venne sempre fermato fino a che, stanco di quel gtioco, si ritirò. L'opinione della Marina viene pienamente giusticata soilo che non viene detto che quando era stato stipulato il contratto era già partita un'altra nave grande da Chatam.'' (Traduzione e compendio di un articolo [http://paperspast.natlib.govt.nz/cgi-bin/paperspast?a=d&cl=search&d=EP19120409.2.134&srpos=1&e=-------10--1----0Carlo+Iberti-- Evening Post, Volume LXXXIII, Issue 84, 9 April 1912, Page 8].
Nel 1904 si recò a Madrid ed ottenne una concessione di tre anni dal Governo spagnolo per i lavori di recupero nei fondali della Baia di Vigo, con una royalty del solo 20 per cento del valore recuperato e la Spagna si fece in quattro per sostenere il suo schema commerciale
''A Madrid mi attendevano preziosi amici ad ogni passo: Ministri, Sottosegretari di Stato, Membri del Parlamento, Generali e Ammiragli avevano preso il più profondo interesse per l'impresa, e facevano a gara a offrirmi il loro ptente aiuto... In tre mesi i miei negoziato con il Governo di Sua Maestà Alfonso III mi hanno portato un Regio Decreto che, santicto dal Consiglio dei Ministri, porta la firma di sua Eccellenza Generale Don Josè Ferrandiz, l'attuale Ministro della Marina, torno in Italia pieno di sogni.'' (Editoriale Wreckwatch del 13 marzo 2012)
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