Pablo Picasso: differenze tra le versioni
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Dopo aver trascorso a Málaga i primi dieci anni della sua vita e dopo aver abitato a [[La Coruña]] nel periodo tra i dieci e i quattordici anni, Picasso arriva dunque a [[Barcellona]] e vi resta fino all'età di ventiquattro anni. Da allora in poi, pur cambiando talvolta residenza ed effettuando anche diversi viaggi, egli si stabilisce in [[Francia]] dove resterà fino alla sua morte, avvenuta l'[[8 aprile]] del [[1973]]. I suoi ricordi di Málaga sono ricordi d'infanzia in una città molto provinciale e in seno ad una famiglia della piccola borghesia, di condizioni modeste, molto chiusa nel proprio ambiente, formalista ed abitudinaria. Tuttavia, il fatto che il padre di Picasso fosse professore di disegno alla scuola di belle arti ebbe un influsso decisivo sulla formazione culturale dell'artista. Picasso, come ha ricordato in seguito, non avrebbe potuto partecipare ad un concorso di disegni per bambini in quanto, già nella sua infanzia, aveva nozioni tecniche di un adulto, imparate sì dal padre ma dovute anche all'innato dono prodigioso che egli fu ben presto in grado di sviluppare. 
Durante i quattro anni che passò a La Coruña, Picasso sviluppò queste nozioni tecniche ad un punto tale che suo padre, un giorno, notando la qualità eccezionale di un esercizio di disegno che egli stesso aveva proposto, spinto dall'emozione, decise di consegnare definitivamente al figlio la tavolozza e i pennelli, considerandolo fin da allora in grado di farne un uso molto migliore di quanto lui stesso ne avesse mai fatto. Il passaggio da una città andalusa piena di allegria e di luci ad una tetra città galiziana fu sicuramente, nella formazione della personalità del pittore,  
La sua mente era già presa dalle preoccupazioni e dall'eccezionale potere creativo che dettero vita, in seguito, alla sua opera. Picasso, avendo raggiunto il massimo grado di perfezione nella tecnica appresa da suo padre, acquistò una grande fiducia in  
Agli inizi si avverte un certo schematismo delle forme e l'uso di un cromatismo più audace e più libero. Non si può dire che Picasso sia passato attraverso una tappa impressionistica; in realtà, se adottò la tecnica divisionista non fu affatto con lo scopo di dissociare la luce e di fissare gli elementi fuggenti della natura. Egli usa forme semplici e colori puri soprattutto per ottenere una maggiore intensità espressiva. 
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=== Prima del 1901 === 
L'apprendistato di Picasso col padre iniziò prima del 1890; i suoi progressi possono essere osservati nella collezione dei primi lavori conservati presso il [[Museu Picasso|Museo Picasso]] di [[Barcellona]], che raccoglie una delle più complete raccolte dei primi lavori dell'artista. Il carattere infantile dei suoi quadri scompare tra il 1893 e il 1894, anno in cui si può considerare un pittore agli inizi. Il realismo accademico dei lavori della metà degli anni  
=== Il periodo blu === 
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Picasso ebbe un periodo in cui la sua produzione artistica risultò influenzata dall'arte [[africa]]na (1907-1909); se ne considera l'inizio il quadro ''[[Les demoiselles d'Avignon]]'', in cui due figure sulla destra del dipinto sono ispirate da oggetti d'artigianato africano. Le idee sviluppate in questo periodo portano quindi al successivo periodo [[cubismo|cubista]]. Nell'opera di ''[[Les Demoiselles d'Avignon]]'' Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, abolisce lo spazio: si simboleggia perciò una presa di coscienza riguardo ad una terza dimensione non visiva, ma mentale. Nella realizzazione delle figure centrali Picasso ricorda la scultura iberica, mentre nelle due figure di destra è evidente l'influsso delle maschere rituali dell'Africa. 
Soprattutto la figura in basso, con gli occhi ad altezza diversa, la torsione esagerata del naso e del corpo, evidenzia come Picasso sia giunto alla simultaneità delle immagini, cioè la presenza contemporanea di più punti di vista.La struttura dell'opera è data da un incastro geometricamente architettato di piani taglienti, ribaltati sulla superficie della tela quasi a voler rovesciare gli oggetti verso lo spettatore, coinvolto direttamente dalla fissità dello sguardo delle figure femminili e dallo scivolamento della natura morta quasi fuori del quadro. L'immagine si compone di una serie di piani solidi che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale per cui lo spazio si satura di materia annullando la separazione tra un corpo ed un altro 
=== Il cubismo analitico (1910-1912) === 
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== Genio o malattia? == 
Secondo il neuroscienziato olandese Michel Ferrari<ref>Cfr. Claudia Giammatteo, ''Quel diavolo di mal di testa'', ''[[Focus Storia]]'', febbraio 2010, p. 17.</ref>, all'origine dei quadri cubisti di Picasso ci sarebbe stata l'[[emicrania]]: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati sono infatti il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di [[Emicrania#Aura emicranica|aura visiva]], una patologia di cui Picasso probabilmente soffriva, come anche [[De Chirico]]. Picasso era inoltre [[dislessia|dislessico]].<ref>[http://www.dyslexiaonline.com/famous/famous.htm www.dyslexiaonline.com]</ref> 
La tesi di Ferrari non è condivisa da molti studiosi di Picasso; il fatto è che il confine tra il genio e la follia è labile, e Picasso portava dentro di  
== Lasciti == 
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* ''L'arlecchino cubista'' - valutato oltre 30 milioni di dollari. 
* ''Nude, Green Leaves and Bust'' - venduto per oltre 106 milioni di dollari statunitensi da [[Christie's]] il [[4 maggio]] [[2010]] a [[New York]], stabilisce un nuovo record. 
* ''Le Reve'' - venduto nel  
== Premi == 
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* In seguito al furto della [[Gioconda]], (1911) dal [[Museo del Louvre]], per il suo carattere estroso ed irregolare fu sospettato di essere l'autore del furto; fu indagato ed interrogato per questo, risultando poi del tutto estraneo ai fatti. 
* Era solito dire: «I mediocri imitano, i grandi copiano».<ref>{{cita news|titolo=Picasso: «I mediocri imitano, i geni copiano»|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/marzo/17/Picasso_mediocri_imitano_geni_copiano_co_9_040317105.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=16 febbraio 2012}}</ref> 
* Era peniafobico, vale a dire che aveva il timore di diventare povero<ref>M.Liberti, ''Grandi Fifoni'' su ''Focus Storia'',  
* In un'intervista il cantante [[Miguel Bosé]] ha raccontato, «andavamo spesso nella sua villa vicino a [[Cannes]], la Californie. E lui ci faceva disegnare. Metteva i pennelli in mano a me e a mia sorella Lucia, e ci chiedeva di aiutarlo, usando solo due colori: il verde e il rosa. [...] Una volta, a New York, in casa di amici, davanti a un Picasso, ho riconosciuto un angolo rosa che avevo fatto io».<ref>[http://www.vittoriozincone.it/interviste/miguel-bose-magazine-luglio-2007/ Miguel Bosè (Magazine – luglio 2007)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> 
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* [[Museo del Novecento]] di [[Milano]] 
* [[Palazzo Gavotti|Pinacoeca Civica]] di [[Savona]] 
* [[Pinacoteca comunale 
* [[Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli]] di [[Torino]] 
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[[Categoria:Bambini prodigio]] 
[[Categoria:Premio Lenin per la Pace]] 
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