Assedio di Messina (1848): differenze tra le versioni
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== La prima fase. 29 gennaio/21 febbraio ==
[[File:Messina Palazzata Simone Gullì3432.jpg|thumb|]]
Un tentativo insurrezionale era avvenuto già il 1 settembre del 1847, ma era stato schiacciato dalla truppa borbonica nel giro d’alcune ore.<ref>Luigi Tomeucci, ''La verità sul moto del 1° settembre 1847'', in ''Messana'', Messina 1953, vol. II</ref> La cittadinanza di [[Messina]] non si rassegnava però alla sconfitta e ricostituiva ad inizio di gennaio un comitato rivoluzionario, con la collaborazione del patriota Giuseppe La Masa.<ref>Cfr. la voce su Giuseppe La Masa nel ''Dizionario Biografico dell'Enciclopedia Treccani'': http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-la-masa_(Dizionario_Biografico)/</ref> <br />
Il 28 gennaio era poi creato un comitato di pubblica sicurezza e di guerra presieduto dall'avvocato Gaetano Pisano, che decideva a favore dell’insurrezione per il giorno successivo. Nel corso della notte si preparava la sollevazione ed alle ore nove della mattina del 29 gennaio<ref>http://www.messinaweb.tv/bianco/rubriche/29-gennaio-1848-messina-insorge/</ref> i Messinesi scendevano in massa per le strade, armati in modo improvvisato con fucili da caccia, vecchie armi da fuoco come schioppi e tromboni od anche armi bianche quali sciabole, stocchi, coltellacci.
Il comitato degli insorti provava a trattare con il comandante borbonico, il generale Cardamona, che però rifiutava. Il comando borbonico, che comprendeva i generali Cardamona, Busacca e Nunziante ed il duca di Bagnoli, aveva ricevuto dal re [[Ferdinando II]] l’ordine di tenere ad ogni costo Messina, poiché la città rappresentava la testa di ponte indispensabile per la riconquista della Sicilia insorta. Gli alti ufficiali borbonici decidevano quindi far bombardare la città con i numerosissimi cannoni e mortai a propria disposizione nelle molte fortezze, a cui si aggiungevano ancora le artiglierie mobili collocate nel cosiddetto piano di Terranova, dinanzi alla Cittadella, e quelle della nave da guerra “Carlo III”. Le prime vittime erano un bambino, ucciso mentre si trovava in braccio alla madre, ed un’anziana donna. Approfittando del massiccio bombardamento, le truppe borboniche uscivano dalle fortezze ed attaccavano gli insorti, nel tentativo di riprendere possesso della città. La loro azione incontrava però la resistenza compatta dell’intera cittadinanza, che vedeva assieme uomini, donne e persino i bambini combattere contro i napoletani.
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Si distinsero fra gli altri Francesco Munafò, Antonio Lanzetta e Rosa Donato, poi soprannominata “artigliera del popolo”.<ref>Francesco Guardione, “''Antonio Lanzetta e Rosa Donato nella rivoluzione del 1848 in Messina''”, Messina 1893.</ref> Le forze borboniche, contenute e poi contrattaccate, erano costrette a ritirarsi all’interno dei forti. Il generale Cardamono, furioso, ordinava di proseguire il bombardamento sulla città, ma questo non spaventava gli insorti. Messina anzi s’illuminava a festa e l’anziano Salvatore Bensaia<ref>Su questa figura cfr. la voce a lui dedicata nel "''Dizionario del Risorgimento Nazionale''": http://www.dizionariorosi.it/schedaPersona.php?id=1574</ref> percorreva le vie della città a testa d’una banda musicale che suonava marce guerresche. Le forze degli insorti erano frattanto rafforzate dall’affluire dalla campagna e dai paesi dell’interno di gruppi di volontari, con coccarda tricolore sul capo e fascia tricolore a tracolla, muniti d’armi da fuoco e bianche. Il comitato di pubblica sicurezza dei patrioti assumeva l’organizzazione della lotta ed assieme dell’amministrazione della città e del territorio.
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S’apriva a quel punto una fase di tregua. Gli insorti ricevevano alcuni aiuti provenienti da altre parti della Sicilia, mentre il governo borbonico tentava di staccare Messina dal resto dell'isola, offrendole uno statuto speciale e la sua proclamazione a capitale dell’isola in sostituzione di Palermo. Il comitato insurrezionale rispondeva però che la città preferiva la distruzione al tradimento.
== Seconda fase. 22 febbraio/20 aprile ==
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