Storia della vita religiosa a Vicenza: differenze tra le versioni

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==Secoli VIII-XII: l’Alto Medioevo==
===I Benedettini===
 
[[File:San Giorgio facciata.jpg|thumb|La facciata della [[chiesa di San Giorgio in Gogna]]]]
 
Dopo la conversione dei [[longobardi]] al cattolicesimo, e soprattutto verso la metà dell’VIIIdell’[[VIII secolo]], molti nobili, - in alcuni casi lo stesso re o i duchi, - fondarono [[Monastero|monasteri]] in tutta Italia, finanziandone la costruzione e dotandoli di notevoli risorse economiche. Le terre donate spesso non erano contigue al monastero - perché provenivano da possedimenti anche lontani dei donatori - e non erano coltivate direttamente dai monaci, ma da [[affitto|affittuari]]. Talora costituivano solo una fonte di reddito, altre volte erano il presupposto per fondare ulteriori monasteri, retti da un [[priore]], che dipendevano dall’[[abbazia]] principale.
 
In più di un caso il nobile fondatore – è la storia di [[Anselmo di Nonantola|Anselmo]] - si ritirò nel monastero dal quale, direttamente o tramite membri della famiglia che si erano fatti monaci o monache a loro volta, continuava ad esercitare la propria influenza all’esterno<ref>{{Cita|Azzara, 2002| p. 123}}</ref>.
 
Alla fine del periodo longobardo o alla prima [[Carolingi|età carolingia]] risale con ogni probabilità la fondazione del monastero annesso alla [[basilica dei Santi Felice e Fortunato]] di Vicenza, anche se non è documentata alcuna data certa. A quel tempo c’erano comunque nel territorio vicentino almeno altri due insediamenti, che dipendevano da abbazie non vicentine: il primo a Motta di [[Costabissara]], con due ospizi gestiti da monaci dipendenti dall’[[abbazia di Nonantola]] - fondata da [[Anselmo di Nonantola|Anselmo]], nobile di origine vicentina, dopo la sua rinuncia al [[ducato del Friuli]] – e l’altro presso Longare, dipendente dall’[[Monastero di Santa Giulia|abbazia di San Salvatore - ora Santa Giulia]] di [[Brescia]]<ref>{{Cita|Settia, 1988| p. 22}}</ref>.
 
Antecedenti all'anno Millemille sono anche le chiese e gli annessi monasteri benedettini di [[chiesa di San Giorgio in Gogna |San Giorgio in Gogna]], di San Silvestro e di San Pietro, tutti situati appena fuori le mura di Vicenza.
Di molte altre antiche chiese sparse sul territorio vicentino non si ha una datazione certa, ma i loro [[santo|santi]] titolari – cioè [[San Vito|Vito]], [[Modesto e Crescenzia]] – fanno pensare sia ad un’origine [[benedettini|benedettina]] che ai [[secolo VIII|secoli VIII]] o [[secolo IX|IX]] come periodo di fondazione, essendo essi stati particolarmente cari a alla dinastia carolingia<ref name= Svito >{{Cita |Cracco, 2009| ''Religione, chiesa, pietà'', p. 463}}</ref>. Si possono ricordare a questo proposito:
 
[[File:Corte piccola benedettina a San Vito di Brendola (VI).jpg|thumbnail|220 px|left|L'antica chiesa dei frati benedettini (Corte piccola benedettina) a S.San Vito di [[Brendola#Storia|Brendola]]]]
 
* la chiesa di S.San Vito a Vicenza, che tra il [[1204]] e il [[1209]] fu restaurata dagli studenti della [[Università di Vicenza nel Duecento|prima università di Vicenza]] e fu poi demolita nel [[XVI secolo]]. Era localizzata nei pressi del fiume [[Astichello]], sul luogo conosciutodove comesarebbe stato eretto il [[Cimitero acattolico (Vicenza)|Cimitero acattolico]], attualmente piccolo parco comunale. Aveva dato il nome alla Porta San Vito, ora Porta Santa Lucia, costruita nel Trecento come varco nelle mura scaligere;
 
* il paese di [[San Vito di Leguzzano]], citato da un privilegio del vescovo Rodolfo datato [[983]]<ref>{{Cita|Mantese, 1954|pp. 523-526}}</ref> come possesso del monastero dei SS. Felice e Fortunato con il nome di Luvisano e che divenne poi feudo dei conti di San Vito, nobili locali<ref>{{citaweb|url=http://www.vicenzanews.it/a_353_IT_878_1.html|titolo= San Vito di Leguzzano|accesso= 24 settembre 2012}}</ref>;
 
* la chiesa di S.San Vito di [[Brendola#Storia|Brendola]], sorta come antica cappella benedettina del monastero suddetto, anche se le prime notizie certe della sua esistenza risalgono al [[XII secolo]];
 
* le chiesette di San Vito e di S. Sant'Apollinare a [[Marostica]], menzionate come ''curtes'' nel sopra citato documento del 983. con il quale il vescovo Rodolfo concedeva ai benedettini dello stesso monastero ampi possedimenti nel territorio vicentino. Nella zona si trovano anche il monastero benedettino di [[Valle S.San Floriano]], anch'esso di antica origine, e le colline di San Benedetto<ref>{{citaweb|url=http://www.comune.marostica.vi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=22&Itemid=34|titolo= Origini e storia della città di Marostica|accesso= 24 settembre 2012}}</ref>;
 
* la chiesa di San Vito in frazione Lovertino di [[Albettone]] e la cappella di San Vito a [[Piovene Rocchette]]<ref>{{citaweb|url=http://www.sanvitonole.it/chiese.htm|titolo= Chiese non parrocchiali dedicate a San Vito|accesso= 24 settembre 2012}}</ref>;
 
* la chiesa parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a [[Noventa Vicentina]]<ref>{{citaweb|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=298698&RicProgetto=evvi|titolo= SIUSA|accesso= 24 settembre 2012}}</ref>;
 
* la chiesa parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a [[Montecchio Precalcino]]<ref>{{citaweb|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=298642&RicFrmRicSemplice=montecchio%20precalcino&RicProgetto=evvi&RicSez=complessi&RicVM=ricercasemplice|titolo= SIUSA|accesso= 24 settembre 2012}}</ref>;
 
* le chiese di San Vito a [[Santorso]]<ref>T. Pirocca, ''La chiesa di San Vito in Santorso'', in AA.VV., ''Maggio a Santorso 1974'', Seghe di Velo, 1974</ref>, [[Brogliano]], [[Solagna]]<ref name= Svito />.
 
La diffusione così ampia dei benedettini dipendeva dal favore delle autorità civili e religiose, sia per l’utilità sociale che essi rappresentavano come centri di aggregazione e di produzione di risorse, con la loro opera di [[Bonifica idraulica|bonifica]] di terreni malsani e paludosi, che per l’attività pastorale che svolgevano nei terreni bonificati, troppo lontani dalle [[pievePieve#Le pievi ecclesiastiche|pievi]] cittadine. Il loro prestigio era anche accresciuto dal fatto che, durante l’[[Alto Medioevo]], lo stile di vita monastico appariva come un ideale religioso di vita cristiana e di fuga da un mondo di violenza e oppressione.
 
===L’organizzazione ecclesiastica===