Durante il [[XVI secolo]] furono ampliati e costruiti nella città undici monasteri che fecero diventare Suzdal' un importante centro religioso. Nel [[1796]] diventò parte del [[governatorato di Vladimir]].
Durante la seconda guerra mondiale, a partire dal gennaio del 1943, fu trasformato in un campo di concentramento per prigionieri di guerra (campo n. 160). Vi vennero rinchiusi inizialmente soldati Italiani e Romeni, catturati i primi sul fiume Don, i secondi a nord ovest di Stalingrado, e, successivamente, militari Ungheresi. La mortalità fu molto elevata. La maggior parte dei caduti Italiani nel campo (2600 su 2800) vi morirono nei primi tre mesi, soprattutto a causa di una epidemia di tifo petecchiale, peggiorata dalla mancanza di cibo e dal freddo. Le condizioni migliorarono sostanzialmente a partire dal mese di aprile dello stesso anno. * Emilio Vio Sopranis, ''ARMIR. La Tragica Avventura dell’Armata Italiana in Russia'', Milano, Mursia, 2012. ISBN 978-88-425-4186-8