Villa Leonetti: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Palazzo Leonetti - Via Aniello Falcone100 1496.JPG|thumb|Portale in piperno su via Aniello Falcone]]
 
La struttura, in origine dipendenza di [[Villa Salve]], è posta in posizione sopraelevata rispetto alla strada, e circondata da un [[giardino|parco]] [[terrazza]]to opera dell'[[architetto]] [[Pietro Porcinai]]. Appartenuta ad [[Antonio Winspeare, duca di Salve|Antonio Winspeare]] dopo il suo [[matrimonio]] con Emma Gallone, Duchessa di Salve, e passata alla loro morte aidi figliAntonio Carlo(1918) edad EnricoEdoardo, figlio del cugino omonimo [[Antonio Winspeare]]<ref>da M.M. Rizzo, tra''Potere e grandi carriere. I Winspeare, secc. XIX-XX'', Congedo, Galatina 2004 pagina 188 e 195</ref> in quanto la coppia non ebbe figli. Tra il [[1928]] e il [[1931]] fu ceduta a Michele Platania. In seguito, costui la vendette a Carlo d'Errico; dal [[1967]] è proprietà della società Sant'Anna, dei conti Leonetti.
 
Grazie al conte Tommaso Leonetti, l'[[edificio]] fu ristrutturato; inoltre fu dotato di ulteriori pregi, tra i quali il [[Portale (architettura)|portale]] in [[Piperno (roccia)|piperno]] grigio scolpito, in contrapposizione con il giallo dell'alto muro di [[tufo]]: una targa ivi opposta, lo indica come risalente al [[XVI secolo]] e proveniente da [[via Medina]].
 
All'interno del complesso, vi è anche una [[torre]] di avvistamento (simile alla [[Torre Ranieri]] di via Manzoni) che si suppone risalga al [[XVII secolo]].
 
 
==Bibliografia==
*Yvonne Carbonaro, ''Le ville di Napoli'', Tascabili Economici Newton, Newton e Compton Ed. 1999 Roma, ISBN 88-8289-179-8
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==