Chet Baker: differenze tra le versioni

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[[File:Chetbakermonument.jpg|thumb|Targa commemorativa di Chet Baker, sulla facciata del ''Prins Hendrik Hotel'' di Amsterdam]]
Baker si trasferì quasi permanentemente fuori dagli Stati Uniti, frequentando soprattutto l'Europa - dove aveva diversi amici tra i musicisti - e tornando spesso in Olanda, dove le permissive leggi sui narcotici gli permettevano di soddisfare in maniera relativamente facile la sua dipendenza, che era ormai tornata ai livelli consueti. In questi suoi ultimi anni di vita frequentò molto il flautista italiano [[Nicola Stilo]], che era una sua scoperta e che gli rimase accanto fino agli ultimi giorni di vita.<ref>[http://www.bitontojazz.com/index.php?mod=artisti&idp=16 Beat onto Jazz Festival<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Durante le sue visite in Italia, amava fermarsi a Roma dove la sera sapeva di poter incontrare molti dei suoi amici musicisti in un locale di Trastevere, il [[Manuia]], in voga negli anni '80 e ritrovo di musicisti e gente dello spettacolo. Al Manuia incontra il pianista e cantante brasiliano [[Jim Porto]] con cui poi inciderà Rio, vinile prodotto nel 1983 da [[Sandro Melaranci]] con arrangiamenti di [[Rique Pantoja]], e viene in contatto con [[Monique Gardenberg]], a quel tempo produttrice e agente di [[Djavan]], che lo inviterà come ospite a due eventi del Free Jazz Festival<ref>http://pt.wikipedia.org/wiki/Free_Jazz_Festival Free Jazz Festival</ref> del [[1985]] di [[Rio de Janeiro]] e di [[São Paulo]], dove Chet potrà lasciare, come era suo desiderio, una testimonianza del suo talento al [[Brasile]].
 
=== La morte ===