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La prima occorrenza documentaria risale al mese di agosto 1941, quando un editoriale del quotidiano partigiano croato ''[[Vjesnik]]'' (''Messaggero'') uscì con un titolo simile. Ma è a partire dal 22 maggio 1942, data dell’impiccagione del partigiano [[Stjepan Filipović]] da parte dei tedeschi, che l’espressione ha conosciuto una fortuna crescente. <br />
 
[[File:El Tres de Mayo, by Francisco de Goya, from Prado in Google Earth.jpg|thumb|left|200px|Il celebre dipinto di Goya ''[[Il 3 maggio 1808]]'', noto in italiano anche come ''La Fucilazione'', spesso accostato al gesto di Stjepan Filipović.]]
Poco prima della sua esecuzione, un fotografo serbo riuscì ad immortalare il momento in cui Filipović, alzando i pugni in alto, proferendo le sue ultime invettive contro i nazisti e gli ustascia, pronunciò infine le parole «Morte al fascismo, libertà al popolo!»<ref>Sinclair Upton, Sagarin Edward, Teichnerhe, Albert, ''Cry for Justice: An Anthology of the Literature of Social Protest'', L. Stuart, 1963; p. 438.</ref>.<br />
Il grido, inneggiante alla libertà e alla resistenza, accompagnato dall’ultima immagine di Filipovic (più volte ricordata per la sua somiglianza ad un [[3 maggio 1808|noto quadro]] di [[Goya]], benché questo rappresenti più un gesto di disperazione, che di fiera resistenza), divenne in breve tempo il simbolo della resistenza antifascista ed antinazista jugoslava, e venne in seguito adottato anche dai [[Storia della Bulgaria nella seconda guerra mondiale|partigiani bulgari]] che combattevano contro i tedeschi.<br />
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-049-1553-13, Jugoslawien, Split, Mauer mit Aufschrift.jpg|thumb|left|Il motto, dipinto su una muraglia a [[Spalato]] nel sttembre del 1943.]]
 
== Uso del motto ==
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-049-1553-13, Jugoslawien, Split, Mauer mit Aufschrift.jpg|thumb|left|Il motto, dipinto su una muraglia a [[Spalato]] nel sttembre del 1943.]]
[[File:Morte al fascismo manifesto serbo.jpeg|thumb|right|200px|Il celebre saluto partigiano in un manifesto di epoca titina, accompagnato dalla scritta in cirillico: "Morte al fascismo, libertà al popolo".]]
La riunificazione dei movimenti antifascisti clandestini in [[Jugoslavia]] fu simboleggiata proprio dalla comune adozione, sia in contesti formali che informali, del saluto ispirato al celebre grido.<br />
In genere colui che salutava diceva, con il [[Pugno alzato|pugno alzato]]: «Morte al fascismo!», a cui l'interlocutore rispondeva, ripetendo il gesto: «Libertà al popolo».