Alto Mantovano: differenze tra le versioni

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Alle piccole rurali delle colline, costruite con ciottoli di fiume e aperte sulla campagna, si sostituiscono le grandi proprietà della vasta e feconda pianura, raccolte intorno all'aia e chiuse da mura ed edifici in [[laterizio|mattoni]], funzionali modelli [[edilizia|edilizi]] destinati in passato a rispondere alle varie necessità: una grande casa padronale al centro per ospitare l'eventuale proprietario o l'amministratore; le abitazioni rurali per le famiglie dei lavoratori; gli ambienti predisposti alla conservazione di salumi, vino, formaggio; stalle e barchesse in cui riporre gli arnesi da lavoro, stivare fieno, grano, custodire il bestiame<ref>{{cita|Lombardia|p. 491.|cidLombardia}}</ref>.
 
Le cosiddette corti chiuse, particolarmente diffuse nell'altopiano pianeggiante dell'Alto Mantovano, paiono evidenziare nella loro completa chiusura spaziale una matrice dichiaratamente [[fortificazione|difensiva]], avvertibile anche nelle corti aperte della bassa pianura, che, costituite da [[edificio|edifici]] tra loro separati, sono comunque sovente circondate da fossati o da mura [[perimetro|perimetrali]]. Circa l'origine delle corti rurali, specie di quelle chiuse, che proponevano caratteristiche di isolamento analoghe a quelle dei [[ricetto|castelli-recinti fortificati]], non è da escludere un riutilizzo di architetture militari per fini anche agricoli. Dai complessi militari l'architettura rurale sembra aver mutuato quegli elementi che meglio si prestavano a offrire garanzie di sicurezza: oltre ai fossati e alle mura perimetrali, si aggiunse in alcuni casi anche la presenza di torrioni d'accesso e torri dette “[[torre colombaia|colombare]]”, con funzione di deposito e di avvistamento<ref>{{cita|GiovanniRodellaGiovanni Rodella, Fortificazioni dello stato gonzaghesco e organizzazione dell'economia agricola nel XV secolo, in Guerre stati e città|pp. 157-172.|cidGuerre stati e città}}</ref>.
 
===Urbanistica===