Quinto Publilio Filone: differenze tra le versioni
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Fu eletto console nel [[339 a.C.]] con [[Tiberio Emilio Mamercino (console 339 a.C.)|Tiberio Emilio Mamercino]]. Nonostante Quinto Publilio avesse sconfitto alcune tribù latine e per questo gli venisse attribuito il trionfo, [[Tito Livio|Livio]] accusa il console di aver pensato soprattutto alle faccende personali ed agli interessi della propria fazione<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', VIII, 12.</ref>.
Nominato [[dittatore romano|dittatore]] dal collega console<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', VIII, 12.</ref>, si adoperò in funzione anti-senatoriale, promulgando tre leggi, tra le quali la Lex Publilia, per la quale i [[plebiscito|plebisciti]] avevano valore anche per i [[patrizio (storia romana)|patrizi]].
Due anni più tardi, nel [[337 a.C.]], durante il consolato di [[Gaio Sulpicio Longo]] e di [[Publio Elio Peto (console 337 a.C.)|Publio Elio Peto]], fu il primo plebeo ad ottenere la carica di [[Pretore (storia romana)|pretore]], nonostante l'opposizione del [[Senato romano|Senato]].
Nel [[335 a.C.]] fu sclelto come [[magister equitum]] dal [[dittatore romano|dittatore]] [[Lucio Emilio Mamercino Privernate]], eletti per l'elezione dei consoli per l'anno successivo<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', VIII, 16.</ref>.
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