Tondo Doni: differenze tra le versioni

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[[File:Luca Signorelli 006.jpg|thumb|[[Luca Signorelli]], ''[[Madonna col Bambino tra ignudi]]'' (1490 circa)]]
Il '''''Tondo Doni''''' è un [[dipinto]] a [[tempera]] [[su tavola]] (diametro 120&nbsp;cm) di [[Michelangelo Buonarroti]], databile al [[1506]]-[[1508]] circa e conservato nella [[Galleria degli Uffizi]] a [[Firenze]]. Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista<ref name=S>Vedi scheda di catalogo.</ref>. Il dipinto è anche di fondamentale importanza nella storia dell'arte, poiché pone le basi per quello che sarà il [[manierismo]]<ref name=U>''Galleria degli Uffizi'', cit., pagg. 157-159.</ref>: sicuramente è uno dei dipinti emblematici e importanti del Cinquecento italiano<ref name=F>Fossi, cit., pag. 408.</ref>.
 
==Storia==
L'opera è segnalata in [[palazzo Doni|casa]] di [[Agnolo Doni]] sia dall'[[Anonimo Magliabechiano]] (1540) che da A. F. Doni. La vicenda della commissione dell'opera è narrata da [[Vasari]], che racconta un curioso aneddoto. Il Doni, ricco banchiere che era stato artefice della sua ricchezza, richiese all'amico Michelangelo una ''Sacra Famiglia'' in tondo, tema molto caro allora nella pittura fiorentina come ornamento soprattutto delle case private<ref name=A>Alvarez Gonzáles, cit., pag. 52.</ref>.
 
Probabilmente l'occasione della commissione erano state le nozze con [[Maddalena Strozzi]] ([[1504]]), al cui stemma familiare alluderebbero le mezze lune nella cornice<ref>Poggi, 1907.</ref>. Un'altra ipotesi invece lega il dipinto al [[1507]] circa, in occasione del battesimo ([[8 settembre]]) della loro primogenita Maria, come farebbero pensare le allusioni alla teologia battesimale<ref name=U/>. Lo stesso [[Vasari]] si confuse dichiarandola prima anteriore al ''[[Bacco (Michelangelo)|Bacco]]'' (1496-1497) nell'edizione delle ''[[Vite (Vasari)|Vite]]'' del [[1550]], e poi posteriore in quella del [[1568]]<ref name=B>Camesasca, cit., pag. 86.</ref>.
 
Appena pronta l'opera, l'artista inviò un garzone per consegnarla, ma alla richiesta di settanta ducati come pagamento, il Doni, che era molto attento alle sue economie, esitò a "spendere tanto per una pittura", offrendone invece solo quaranta. Michelangelo allora fece riportare indietro il dipinto e acconsentì a recapitarlo solo a un prezzo maggiorato di centoquaranta ducati, il doppio<ref name=U/>. A parte l'aneddoto, forse un po' caricato dallo storico aretino, si tratta di un primo esempio di come un artista andasse prendendo coscienza dell'altissimo valore della sua creazione, staccandosi da quella sudditanza verso la committenza che era tipica del periodo medievale, in cui la pittura era vista come "[[arte meccanica]]" legata a una lavoro essenzialmente manuale e quindi inferiore alle arti speculative o "[[arti liberali|liberali]]"<ref name=U/>. In quel periodo dopotutto Michelangelo, per quanto giovane, era già reduce da straordinari successi che stavano già creando il mito, come l'impresa colossale del ''[[David (Michelangelo)|David]]'' (1501-1504). Altre opere vicine per formato e stile, sebbene bassorilievi marmoree, sarebbero il ''[[Tondo Pitti]]'' (1503-1505 circa) e il ''[[Tondo Taddei]]'' (1504-1506 circa)<ref name=S/>.
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==Descrizione e stile==
===Personaggi principali===
La Sacra Famiglia è composta come un gruppo scultoreo al centro del tondo: la Madonna in primo piano, contrariamente a tutta l'iconografia antecedente, non ha il Bambino in primo piano, ma si volta per prenderlo da Giuseppe, che è inginocchiato dietro di lei. Essa, accoccolata a terra, ha appena smesso di leggere il libro che ora è chiuso e abbandonato sul suo manto fra le gambe. Gesù, rubicondo e ricciuto, sta acconciando i capelli della madre<ref name=U/>. Maria ha una bellezza virile, con una pronunciata muscolatura delle braccia, che preannuncia le ''Sibille'' della [[volta della Cappella Sistina]] (1508-1512)<ref name=B/>.
 
Il gesto di Maria le fa compiere una torsione che genera un moto a serpentina di grande originalità. Quest'ipotetica spirale di linee di forza, unita alla composizione piramidale che ha il vertice nella testa di Giuseppe, genera un forte effetto dinamico, che si adatta perfettamente alla forma del tondo, proiettandosi anche al di fuori verso lo spettatore<ref name=U/>. Un altro triangolo, di senso inverso, è composto dalle teste e le braccia dei protagonisti, attirando ulteriormente l'attenzione sul gruppo e preannunciando gli annodati collegamenti gestuali dei manieristi<ref name=A/>. Le ginocchia di Maria in primo piano e il blocco dietro del figlio e dello sposo configurano una superficie emisferica, mentre una seconda emisfera è accennata in profondità dagli ignudi: viene così a comporsi uno spazio pittorico perfettamente sferico contenuto entro la cornice circolare.
 
===Personaggi secondari e sfondo===
[[File:Gruppo del laocoonte, 05.JPG|thumb|Il ''[[gruppo del Laocoonte]]'', riecheggiato nella posa del primo ignudo a destra di Giuseppe]]
[[File:Apollo del belvedere, 03.JPG|thumb|L<nowiki>'</nowiki>''[[Apollo del Belvedere]]'', riecheggiato nella posa del secondo ignudo a sinistra]]
In secondo piano, emergente da una cavità con davanti una sorta di muretto grigio, si vede il piccolo san Giovanni Battista e più lontano una fascia di ignudi appoggiati a un emiciclo di rocce spezzate; sullo sfondo infine si vede un paesaggio definito sinteticamente, con un lago, un prato e montagne che sfumano in lontananza davanti a un cielo azzurrino.
 
L'andamento orizzontale dello sfondo contrasta con la composizione verticale e ascendente delle figure in primo piano, bilanciandola e rendendo più vivace l'insieme<ref name=U/>.
 
Gli ignudi citano statue antiche che l'artista poté vedere a Roma: il giovane in piedi ricorda ad esempio l<nowiki>'</nowiki>''[[Apollo del Belvedere]]'', mentre nell'uomo seduto subito a destra di Giuseppe si viso un richiamo al ''[[Gruppo del Laocoonte]]'', rinvenuto nel gennaio [[1506]] alla presenza di Michelangelo stesso, citazione che confermerebbe la datazione al 1506-1507<ref name=U/>.
 
Tra le figure in primo piano e gli "ignudi" si possono rilevare numerose consonanze figurali: tra la spalla destra di san Giuseppe, prolungata nel braccio di Maria, e l'omero del nudo retrostante; tra l'avambraccio legato di Maria e quello del nudo a sinistra, ecc<ref name=B/>.
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=== Interpretazione ===
Uno dei punti su cui la critica si è più concentrata è l'interpretazione da dare al dipinto. Una tra le proposte più accreditate vede le figure sacre come un simbolo dell'età di Cristo, che prende il sopravvento sull'età pagana (''ante legem''), simboleggiata dagli "ignudi", ricordando i neofiti che si spogliano per ricevere il [[battesimo]]. In questo senso il muretto sarebbe il confine tra presente e passato, con il Battista che vi si trova molto vicino in quanto "Precursore", cioè la figura più immediatamente anticipatoria di Gesù, alla soglia della nuova era. Maria e Giuseppe sarebbero emblemi dell'umanità ''sub lege'', Gesù dell'umanità ''sub Gratia''<ref name=S/>.
 
La Madonna ha un libro appoggiato sulle ginocchia e, in quanto personificazione della Chiesa, simboleggia l'attività teologica e divulgativa dei contenuti dottrinari, in quanto l'erede privilegiata per diffondere la parola di [[Dio]] all'umanità. La sua accentuata volumetria ricorda come il vigore fisico si identifica con la forza morale.
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Altre interpretazioni si sono succedute negli anni: talvolta si tratta di proposte di letture ermetiche, altre volte sono significati accessori che probabilmente dovevano essere presenti all'artista. Tra questi ultimi la chiave naturalistico-familiare (passaggio del Bambino a Maria che ha finito la lettura), accolta da alcuni critici moderni<ref>come [[Charles de Tolnay]], 1943 e 1960, e Mariani, 1947.</ref>. Nel gruppo centrale si è scorta una menzione delle tre età dell'uomo, oppure un'allusione ai committenti, poiché Maria starebbe chiedendo a Giuseppe che le "doni" il figlio<ref name=S/>.
 
Nei nudi, oltre che come allegoria del mondo pagano ("fauni di un'orgia dionisiaca"), sono stati visti "atleti della virtù secondo il concetto [[accademia neoplatonica|neoplatonico]] della nudità atletica come lotta alla vita non attiva" o anche come richiamo alla vita primordiale<ref name=S/>.
 
===La cornice===