Storia del Marocco: differenze tra le versioni

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Vedendo che i signori arabi complottavano l'uno contro l'altro e anche contro di lui, appoggiandosi alle autorità religiose locali si rese padrone di tutto [[al-Andalus]] tra il [[1090]] e il [[1094]]. Nonostante il suo relativo insuccesso nei confronti dei [[Cristianesimo|cristiani]] ai comandi del [[El Cid|Cid]], fu questo l'apogeo raggiunto dagli Almoravidi. Ibn Tāshfīn morì nel [[1106]], all'età, secondo la tradizione, di 100 anni. Gli succedette [[Ali Ibn Yusuf Ibn Tachfin|ʿAlī ibn Yūsuf ibn Tāshfīn]]. Egli ingrandì e consolidò l'impero almoravide, ma si scontrò con la resistenza dei principi cristiani e con l'agitazione dei berberi [[Almohadi]], ostili alla dottrina [[malikiti|malikita]], che predicavano la guerra santa ( ''[[jihad|jihād]]'' ) contro gli Almoravidi.
 
Nel [[1142]], quando morì, l'agitazione almohade era al suo culmine. Nel [[1145]], il suo successore, [[Ali ʿAlīibn b. YūsufYusuf]] si uccise cadendo in un precipizio mentre fuggiva dopo una sconfitta nei pressi di [[Orano]]. Vi furono in seguito ancora due sultani almoravidi, ma si trattava solo di governanti-fantoccio. Con la conquista di [[Marrakesh]] del [[1147]] suonò l'ora della fine della dominazione almoravide in Africa. Gli Almoravidi, conosciuti come [[Banu Ghanya]] si spostarono successivamente alle [[Baleari]] e in [[Tunisia]]. Una curiosità è che il cognome ''Murabit'' e le sue derivazioni ''Mourabit'', ''Morabito'' e ''Murabito'' sono particolarmente diffusi in [[Marocco]], [[Tunisia]], [[Mauritania]], [[Sicilia]] Orientale e [[Calabria]] meridionale.
 
==== La dinastia degli Almohadi ====