Guardie e ladri: differenze tra le versioni

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[[Immagine:TitoliGuardieeLadri.png|thumb|370px|I nomi apparsi nei titoli di testa del film, posizionati in modo da non sminuire nessuno dei due interpreti]]
 
Il [[Soggetto (cinema)|soggetto]] iniziale di ''Guardie e ladri'' nacque da [[Piero Tellini]], che fu ispirato da un'idea originaria avuta da [[Federico Fellini]].<ref name= "Vita Di Totò" /><ref name= "Steno e Totò" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/ricordi/steno.htm|titolo=Steno e Totò|editore=antoniodecurtis.com|accesso=21 aprile 2013}}</ref> In un primo momento lo sceneggiatore propose il film alla [[Anna Magnani|Magnani]], che doveva interpretare la parte della ladra.<ref name= "Maccari" /> Il compito di dirigere la pellicola andò al regista [[Luigi Zampa]], il quale si impegnò subito nella sceneggiatura con [[Vitaliano Brancati|Brancati]] e [[Ennio Flaiano|Flaiano]],<ref name= "Zampa" >{{cita|Giacovelli-Lancia, 1992|p. 57}}.</ref> e all'inizio del [[1949]] annunciò l'uscita del film:<ref name= "Guardie e ladri" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/guardie.htm|titolo=Guardie e ladri (1951). I film di Totò al cinema|editore=antoniodecurtis.com|accesso=21 aprile 2013}}</ref><ref name= "Mario Monicelli" >{{Cita web|autore=Lorenzo Mirizzi|url=http://www.antoniodecurtis.org/mario_monicelli-2.htm|titolo=Mario Monicelli L'artigiano del cinematografo|editore=antoniodecurtis.org|accesso=21 aprile 2013}}</ref><ref name= "Totò Maschera Tradita Due" /> dichiarò il 28 febbraio alla rivista ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'' che aveva intenzione di assegnare la parte del brigadiere a [[Peppino De Filippo]] e quella di sua moglie ad Anna Magnani.<ref name= "Guardie e ladri" /><ref name= "Zampa" /> Peppino De Filippo era chiaramente considerato un interprete farsesco ma, per ''Guardie e ladri'', il regista non voleva un personaggio con tali caratteristiche; volevaambiva invece a una nuova figura distaccata dal farsesco, intendeva quindipertanto sfruttare le capacità dell'attore per creare un personaggio vero e solo con sfumature satiriche e comiche.<ref name= "Zampa" />
 
Tuttavia per vari motivi la lavorazione non andò avanti, da una parte c'era l'impossibilità di Peppino di dedicarsi al film, poiché impegnato con il teatro,<ref name= "Zampa" /> dall'altra c'era il timore del regista a procedere, condizionato dal fatto che era stato spesso criticato in passato e alcune sue pellicole suscitarono numerose controversie e subirono tagli dalla censura; in particolare ''[[L'onorevole Angelina]]'' (con protagonista la Magnani), dove il regista dovette eliminare alcune battute importanti e tagliare intere scene, per il fatto che nel film appariva [[Nando Bruno]] nel ruolo di co-protagonista nei panni di un agente di Pubblica Sicurezza, e secondo il ragionamento della commissione di censura il pubblico avrebbe identificato in quell'agente, che veniva leggermente ironizzato, tutti gli agenti di polizia, e se avesse riso di lui avrebbe riso dell'intero corpo di polizia "danneggiandone il prestigio".<ref name= "Natalini" >{{cita|Natalini, 2005|p. 79}}.</ref><ref name= "Censura" >{{cita|Fiorello, 2005|p. 86}}.</ref><ref>{{cita|Micciché, 2001|p. 566}}.</ref> Così onde evitare problemi anche con questo suo nuovo progetto ed essendo lui stesso consapevole dei rischi a cui il film sarebbe andato incontro, decise dopo qualche mese, di rinunciarvi.:<ref name= "Guardie e ladri" /><ref name= "Mario Monicelli" /> Come lui stesso affermò: «... Da quel momento - affermò Zampa - è rimasta in me una vera fobia per tutti gli argomenti in cui entrassero agenti o guardie: tanto che dopo aver portato a termine il trattamento di ''Guardie e ladri'', rinunciai... pensando ai limiti di varia natura che, durante la realizzazione del film, mi sarei dovuto imporre.»<ref name= "Totò Maschera Tradita Due" /><ref name= "Censura" /><ref name= "Natalini" >{{cita|Natalini, 2005|p. 79}}.</ref>
 
Il film passò dunque nelle mani di [[Mario Monicelli]] e [[Steno]], i quali si erano già impegnati precedentemente, con ''[[Totò cerca casa]]'' ([[1949]]), nella sperimentazione di una sorta di "parodia del neorealismo".<ref>{{cita|Maltin, 2007|p. 2051}}.</ref><ref>{{Cita web|autore=[[Morando Morandini]]|url=http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=25382|titolo=Totò cerca casa|editore=[[MYmovies]]|accesso=21 aprile 2013}}</ref> Il titolo del film è particolarmente simbolico, è un puro riferimento all'[[Guardie e ladri (gioco)|omonimo]] e antichissimo gioco da bambini. I due protagonisti si rincorrono per tutta la storia, "tutto il film è un inseguimento, una partita a scacchi - anzi, a nascondino - fra ladro e guardia".<ref name= "Poi dice che uno si butta a sinistra" />
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La [[Fotografia (cinema)|fotografia]] del film è stata curata da [[Mario Bava]], che divenne in seguito un noto regista del [[cinema horror]] italiano. Aveva già lavorato un anno prima con Monicelli e Steno, curando la fotografia di ''[[Vita da cani (film 1950)|Vita da cani]]'' ([[1950]]), altro film dai tratti comici-drammatici, in cui appariva come protagonista Aldo Fabrizi.
 
Bava era un operatore molto veloce, professionale, disponibile e molto affabile, anche fuori dal set,<ref name= "Mario Bava" >{{cita|Acerbo-Pisoni, 2007|p. 37}}.</ref> i due registi si trovarono molto bene con lui. Rimase in buoni rapporti soprattutto con Monicelli, e fu uno dei pochi collaboratori con cui il regista si intese veramente bene,<ref name= "Mario Bava" /> che lo descrisse come "un uomo simpaticissimo e molto spiritoso... un operatore velocissimo, che non creava mai problemi... sempre molto distaccato e cosciente del tipo di film che faceva come regista."<ref name= "Monicelli" /> Durante le riprese del film era molto importante essere rapidi, soprattutto per le sequenze dell'inseguimento, gli attori dovevano correre e non ne avevano per niente voglia. TotòFabrizi e FabriziTotò, pur essendo molto bendisposti, avevano le loro seccature: Fabriziil primo era insofferente mentre Totòl'altro aveva guai con la vista e altri problemi di salute. Quindi la regia aveva bisogno di un direttore della luce molto svelto, quasi sbrigativo, che approfittasse di ogni momento della disponibilità dei due attori... Su questo piano Bava fece un ottimo lavoro, si dimostrò molto capace e collaborativo, e fu molto utile e d'aiuto ai due registi.<ref name= "Mario Bava" />
 
L'atmosfera del film muta notevolmente durante la storia, dovuta naturalmente all'ambientazione. Si nota soprattutto nella parte finale, quando il ladro/Totò scopre la vera identità del brigadiere/Fabrizi; Bava riuscì a dare alla scena un'atmosfera particolarmente drammatica, che si denota dallo spazio cupo e dal cambiamento della luce, con le ombre proiettate sulle pareti, un'atmosfera che in qualche modo accoglie entrambi i personaggi.<ref name= "Intervista Ferzetti"/>