Manilla Road: differenze tra le versioni

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==I Classici==
[[Immagine:openthegates.jpg|right|thumb|copertina del'album "[[Open the Gates]]"]]
Nel dicembre 1983 I Manilla Road pubblicarono il loro terzo album, “[[Crystal Logic]]”. Questo disco è considerato, insieme ai suoi due successori, album fondamentale per la nascita del genere [[epic metal]]. Infatti in esso si può iniziare a riscontrare l’eclettismo del vero [[epic metal]], quell’accostazione di [[heavy metal]] (cfr. “The Riddle Master”, “The Ram”), rock settantiano (cfr. “Feeling Free Again”), ritmiche veloci (cfr. “Necropolis”) e, parti rallentate (quasi [[Doom metal]], cfr. “The Veils of Negative Existence”) parti acustiche (cfr. “Dreams of Eschaton”) che andrà a creare uno dei sottogeneri più di nicchia, ma più affascinanti, della scena [[Heavy metal]]. I Manilla Road ancora una volta supportarono l’album con un’intensa attività live, e ricevettero i favori del pubblico e della critica.
Nel [[1984]] il batterista [[Rick Fisher]] lasciò la band e venne rimpiazzato da [[Randy ‘’“Thrasher”’’ Foxe|Randy Foxe]], i cui virtuosismi alla batteria diventeranno un altro punto di forza della band in futuro. La band abbandonò la Roadster Records e firmò per l’etichetta francese Black Dragon (il cui catalogo comprendeva band quali [[Candlemass]] e [[Savage Grace]]), sotto la quale pubblicarono il loro secondo capolavoro: “[[Open the Gates]]”. Questo è forse l’album più conosciuto della band, forse perché ricevette una massiccia distribuzione e promozione in [[Europa]]. [[Mark Shelton]] venne addirittura intervistato per l’edizione tedesca della rivista [[Metal Hammer]]. Le liriche trattavano principalmente un concept riguardante leggende Arturiane e miti Nordici (tematiche decisamente calzanti per la musica proposta). “[[Open the Gates]]” non fece altro che confermare la fama crescente della band, che crebbe ancora con la pubblicazione del terzo “classico”: [[The Deluge]].
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==La seconda metà degli anni ’80 e lo scioglimento==
[[Immagine:manillacourts.jpg|right|thumb|la band all'epoca di "[[The Courts of Chaos]]"]]
Il successore di “[[The Deluge]]” vide la luce nel 1987, con il titolo “[[Mystification]]”. Quest’album venne registrato in soli 6 mesi partendo dalla pubblicazione di “[[The Deluge]]”, e confermò tutto ciò detto per i precedenti tre album: esso è suonato nel classico stile dei Manilla Road e le sue liriche restano epiche (stavolta basate sulle opere di [[Edgar Allan Poe]]). Le reazioni del pubblico e della stampa furono sempre positive, ma meno rispetto a quelle per gli ultimi tre album. La band intraprese un tour insieme ai [[Liege Lord]] che attraversò tutti gli Stati Uniti, e durante il quale venne registrato il primo live album ufficiale dei Manilla Road: “[[Roadkill]]”. Esso ricevette giudizi positivi, ed è tutt’oggi un ottimo esempio della potenza live della band.
Nel [[1988]] i Manilla Road tornarono sul mercato con “[[Out of the Abyss]]”, album più influenzato dal [[thrash metal]] della band fino ad allora, e per questo apprezzato di meno dai fan più puristi. Anche le liriche dell’album riflettevano questo “incattivimento” del sound, arrivando a trattare argomenti più “oscuri” come le scritture di [[H.P. Lovecraft]] e [[Clive Barker]]. L’ultimo album della band prima dello scioglimento fu “[[The Courts of Chaos]]”, pubblicato nel [[1990]]. La registrazione dell’album fu molto difficile per la band, dato che Park e Foxe avevano litigato pesantemente e si rifiutarono di restare insieme nello studio, e quando casualmente i due si incontravano nessuno dei due proferiva parola. La maggior parte del lavoro venne quindi svolta da [[Mark Shelton]]. Dopo la pubblicazione dell’album e qualche data live i problemi tra Park e Foxe non sembravano attenuarsi, così Shelton decise di sciogliere la band per cercare di far riappacificare i due. Ma ciò non avvenne mai, e “[[The Courts of Chaos]]” divenne l’ultimo album dei Manilla Road per molti anni a venire.