Utente:Fernando Venturini/Sandbox: differenze tra le versioni

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Saraceno era convinto che la storia della magistratura non si potesse fare solo attraverso le norme, la giurisprudenza, le circolari o gli atti parlamentari, ma soprattutto attraverso la storia degli uomini che ne facevano parte, abbandonando le pregiudiziali ideologiche e collocando nei diversi contesti storici e istituzionali il modello astratto della separazione tra i poteri. Per fare ciò utilizzò per la prima volta in modo sistematico il fondo archivistico dei fascicoli personali dei magistrati versati dal Ministero di grazia e giustizia presso l'[[Archivio centrale dello stato]] (tre versamenti principali: 1860-1905; 1905-1935; 1935-1949). <br />
Saraceno riteneva che dai fascicoli personali si potessero estrarre i dati che posti in serie avrebbero consentito di evidenziare il susseguirsi delle diverse generazioni di magistrati e far emergere le carriere delle figure più rappresentative e più emblematiche.
Tutto il suo impegno storiografico e l'assiduo lavoro di raccolta di dati e documenti è stato finalizzato alla costruzione di una "biografia collettiva" della magistratura italiana. Secondo tale impostazione, immaginò una storia della magistratura italiana di cui poté portare a compimento solo il primo volume: ''Le origini: la magistratura del Regno di Sardegna'' (1993).
 
== La biblioteca e l'archivio ==