Bullismo: differenze tra le versioni

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I primi studi sul bullismo si svolsero nei paesi [[Scandinavia|scandinavi]], a partire dall'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]]<ref>ai tempi del cd. welfare “dalla culla alla bara”</ref>, e, poco dopo, anche nei paesi anglosassoni, in particolare [[Gran Bretagna]] e [[Australia]]: uno degli studi pionieristici, in particolare, si deve alle indagini di [[Olweus|Dan Olweus]]<ref>Olweus D., ''Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono''", Giunti Editori</ref> a seguito di una forte reazione dell'opinione pubblica norvegese dovuta al suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni.<ref name="Pisciotta"/>
 
Sappiamo però che anche [[Vittorino da Feltre]] preferiva non ricorrere alle punizioni corporali, ma solo nel [[XVIII secolo]] con l'avvento dell'illuminismo e la pubblicazione [[Dei delitti e delle pene]] di [[Cesare Beccaria]], i pedagogisti ispiraronosollecitarono a un nuovo approccio gli insegnanti e tutti coloro che ad ogni livello erano preposti all'educazione. Analogamente alla modernizzazione della scuola, mutarono anche le soluzioni dei pedagogisti. Con la seconda metà degli [[anni 1990|anni novanta]] ricerche analoghe furono condotte anche in [[Italia]]. Da segnalare il caso del [[Giappone]] con gli studi
 
==Utilizzo corrente del termine==