Missione von Bülow: differenze tra le versioni

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Un aristocratico della corte di Francesco Giuseppe, Arthur Polzer-Hoditz (1870-1945), riporta nella sua biografia di [[Carlo I d'Austria-Ungheria|Carlo d'Asburgo]]: «Di grandissimo danno per l'affermazione del punto di vista austriaco furono le conversazioni avviate dietro la nostra schiena dall'ambasciatore di Germania, von Bülow, che promise formalmente al governo italiano la cessione del [[Trentino]]».<ref>Arturo Polzer-Hoditz, L'ultimo degli Absburgo, Milano 1930, pag 195.</ref>
 
L'obiezione all'idea di Bülow di cessioni territoriali all'Italia si concretizzò nella decisione di Francesco Giuseppe di mandare l'erede al trono, l'arciduca Carlo d'Asburgo, da [[Guglielmo II di Germania]], presso il quartier generale tedesco a [[Charleville-Mézières|Charleville]], in [[Terza Repubblica francese|Francia]]. L'arciduca partì il 20 gennaio 1915 e, in un ambiente di soli militari spiegò che il [[Tirolo]] e l'Adriatico non avevano per l'Austria importanza minore di quella che per la Germania avevano l'[[Alsazia]] e la [[Lorena (regione francese)|Lorena]]. Si pensò quindi, nei circoli competenti tedeschi, di concedere piccoli compensi all'Austria in caso di cessione del Tirolo all'Italia, ma le discussioni si arenarono subito.
 
Un mese dopo Bülow, per nulla scoraggiato, scriveva all'amico giornalista Felix von Eckhardt: «Bisogna influire a Vienna. Sarebbe inaudito che l'Austria, dopo averci tirati in questa guerra per la sua inabilità allo scoppio di essa e negli ultimi due o tre anni, ci privi della collaborazione dell'Italia e della [[Regno di Romania|Rumenia]] e ci butti addosso altri due milioni di nemici [...] Faccio quello che posso per risparmiarci una nuova grossa e non necessaria difficoltà. Lo faccio per noi e per l'Austria, che deve essere salvata dal vizio ereditario di arrivare sempre troppo tardi».<ref>La lettera fu pubblicata dopo la morte di Bülow sulla ''Neue Freie Presse-Morgenblatt'' del 7 novembre 1929 ed è parzialmente riportata in Salandra, L'Intervento, Milano 1930, pagg. 96-97.</ref>