Il manifesto: differenze tra le versioni

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|ISSN = 0025-2158
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'''''Ilil Manifestomanifesto''''' è un [[quotidiano]] [[italia]]no di indirizzo [[comunismo|comunista]] fondato nel [[1969]].
 
Pur appartenendo all'area della [[sinistra (politica)|sinistra]] italiana, non aderisce apertamente a nessun partito italiano.
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=== La fondazione ===
''Ilil Manifestomanifesto'' si costituisce, quindi, come formazione politica con una piccola rappresentanza [[Parlamento della Repubblica Italiana|parlamentare]] (Natoli, Pintor, Rossanda ai quali si aggiungono [[Massimo Caprara]] e [[Liberato Bronzuto]]). Nel settembre del [[1970]] (la tiratura sarà di 60.000 copie) vengono proposte le tesi per il comunismo nelle quali viene avanzata una piattaforma politica per l'unità della [[sinistra rivoluzionaria]] e si caldeggia la costituzione di una forza politica. Si intensificano, inoltre, le relazioni con [[Potere operaio]] con il quale la formazione ''del ''manifesto'' tiene un congresso nel febbraio [[1971]]: si dovrebbe sancire l'unificazione tra le due forze, ma si chiude invece con una rottura.
 
Con la trasformazione in quotidiano (avvenuta il [[28 aprile]] [[1971]]), ''il manifesto'' si costituisce anche come struttura politica alle elezioni del [[VI Legislatura della Repubblica Italiana|1972]], presentando una propria lista alla [[Camera dei deputati]] e invitando a votare il PCI al [[Senato della Repubblica|Senato]]. Un risultato elettorale modesto (0,67%) ma non lontanissimo dal raggiungere il quorum nel Lazio (32.000 voti pari al 1,2%) e quindi l'ingresso in parlamento
 
Nel [[1974]] si unifica con il [[Partito di Unità Proletaria]] (PdUP), fondando il [[Partito di Unità Proletaria per il comunismo]]. Già nel [[gennaio]] [[1977]], però, la componente ex-PdUP esce dal partito, essendo gli ex- ''manifesto'' più orientati verso il PCI che non verso altri progetti politici (come la costituente di [[Democrazia Proletaria]]). Coloro che provengono dal gruppo ''del ''manifesto'' mantengono comunque il nome "[[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo|PdUP per il comunismo]]", assorbendo poi la minoranza di [[Avanguardia operaia|Avanguardia Operaia]] e soprattutto i militanti del vecchio "[[Movimento Studentesco]]" del dopo [[1968]], chiamato allora [[Movimento Lavoratori per il Socialismo]].
 
Nel [[1983]] il [[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo|PdUP per il comunismo]] si presenta alle [[Elezioni politiche italiane del 1983|elezioni]] con il PCI, nel quale confluisce nel [[1984]]. Anche se i principali fondatori del giornale si allontanano col tempo dalla vita politica, ''il manifesto'' resta comunque un progetto editoriale interessante, proprio per la sua contaminazione e attenzione alla politica.
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Il quotidiano negli ultimi mesi del [[2008]] attraversa poi un'ennesima crisi<ref>''il manifesto'', 24 settembre 2008</ref>. Nel [[2009]] il giornale riesce a raccogliere due milioni di euro, uscendo dallo stato di crisi.
 
Nel [[2012]] il collettivo del quotidiano annuncia che il [[Ministero per lo Sviluppo economico]] ha avviato il [[7 febbraio]] la procedura di [[liquidazione coatta]] della cooperativa editrice del giornale.<ref>''[[Il Fatto Quotidiano]]'', 8 febbraio 2012</ref><ref> In una nota il collettivo spiega che la procedura serve ad evitare il [[fallimento (ordinamento giuridico italiano)|fallimento]]. Ed aggiunge: "La decisione di non opporsi alla procedura indicata dal ministero si è resa inevitabile dopo la riduzione drastica e retroattiva dei contributi pubblici per l’editoria [[non profit]].”</ref> L'[[11 maggio]] i liquidatori hanno inviato un fax alla redazione del giornale per chiedere la chiusura di ogni attività editoriale.<ref>''[http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/7359/ IL MANIFESTO - attualità - Un fax arriva in redazione: i liquidatori comunicano la "cessazione di attività"<!--]'', Titolo''il generatomanifesto'', automaticamente11 -->]maggio 2012.</ref>La cooperativa è stata messa in liquidazione coatta amministrativa<ref>''[http://www.lenovae.it/ora-e-ufficiale-da-febbraio-addio-al-quotidiano-il-manifesto/ Le Novae - Ora è ufficiale. Da Febbraio addio al quotidiano “Il"Il Manifesto”Manifesto"]'', Le Novae, 11 maggio 2012.</ref>.
 
{{quote|Fondato nel 1969 da un gruppo d'intellettuali comunisti dopo una polemica con il Partito comunista italiano, resta indipendente ancora oggi e continua per la sua strada, sempre a sinistra. Una vera istituzione del giornalismo italiano, Il Manifesto ha rischiato di scomparire a causa di una grave crisi finanziaria. È sopravvissuto solo grazie alla mobilitazione dei suoi lettori. Primo quotidiano italiano a dotarsi di un sito internet nel 1995, offre ai lettori la possibilità di consultare parte dell'edizione del giorno e i più importanti articoli di quelle precedenti.|[http://www.presseurop.eu/it Presseurop.eu], sito d'informazione europeo<ref>[http://www.presseurop.eu/it/content/source-information/16061-il-manifesto Il Manifesto | Presseurop (italiano)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>}}
 
Nell'[[autunno]] [[2012]] abbandonano il giornale [[Vauro]], [[Marco d'Eramo]], [[Rossana Rossanda]], [[Joseph Halevi]] e [[Valentino Parlato]]. Poco dopo, con la liquidazione della cooperativa originaria e la nascita di una nuova, un altro gruppo di giornalisti ha lasciato il giornale: tra essi alcune firme storiche come Loris Campetti e [[Ida Dominijanni]] e i due ex direttori Mariuccia Ciotta e [[Gabriele Polo]].
 
Nel 2013 prende il posto di vignettista [[Mauro Biani]].
 
== Direttori ==
* Dal [[28 aprile]] [[1971]] al [[19 settembre]] [[1975]]: [[Luigi Pintor]];
* Dal [[19 settembre]] [[1975]] al [[18 febbraio]] [[1976]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal [[18 febbraio]] [[1976]] al [[3 luglio]] [[1976]]: [[Luigi Pintor]], [[Luciana Castellina]], [[Pino Ferraris]], [[Vittorio Foa]], [[Valentino Parlato]] e [[Rossana Rossanda]];
* Dal [[3 luglio]] [[1976]] al [[2 marzo]] [[1978]]: [[Luciana Castellina]], [[Valentino Parlato]] e [[Rossana Rossanda]];
* Dal [[2 marzo]] [[1978]] al novembre [[1985]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal novembre [[1985]] al novembre [[1986]]: [[Rina Gagliardi]] e [[Mauro Paissan]];
* Dal gennaio [[1988]] al luglio [[1990]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal luglio [[1990]] al novembre [[1991]]: [[Sandro Medici]];
* Dal novembre [[1991]] a ottobre [[1995]]: [[Luigi Pintor]];
* Dal ottobre [[1995]] al marzo [[1998]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal marzo [[1998]] al dicembre [[2003]]: [[Riccardo Barenghi]] e [[Roberta Carlini]] (vicedirettore);
* Dal dicembre [[2003]] al giugno [[2009]]: [[Mariuccia Ciotta]] e [[Gabriele Polo]];
* Dal giugno [[2009]] al [[4 maggio]] [[2010]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal [[4 maggio]] [[2010]]: [[Norma Rangeri]]<ref name="norma" /> e [[Angelo Mastrandrea]] (vicedirettore)
 
== Giornalisti ==
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* [[Arrigo Quattrocchi]]
* [[Norma Rangeri]]
 
* [[Carla Ravaioli]]
* [[Rossana Rossanda]]
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== Iniziative ==
La cooperativa editoriale ''del ''manifesto'' ha intrapreso varie iniziative ulteriori alla pubblicazione del quotidiano: dalle produzioni musicali (iniziate nel [[1995]] col nome «il manifesto musica», poi «il manifesto CD»), tra cui diversi [[album discografico|album]] del gruppo [[musica rap|rap]] [[roma]]no [[Assalti Frontali]] e del gruppo [[Têtes de Bois]], all'edizione di libri (già dal [[1972]] e con il nome "Manifestolibri" dal [[1994]]), dalla traduzione e distribuzione come allegato del prestigioso mensile francese ''[[Le Monde diplomatique]]'' fino alla nascita di numerose riviste tra le quali ''[[Carta (rivista)|Carta]]'', poi resasi rapidamente indipendente e ''[[Lala Rivistarivista del Manifesto]]manifesto'', un mensile di approfondimento politico che ha cessato le pubblicazioni nel [[2004]].
 
Negli anni il giornale si è fatto, peraltro, primo promotore di diverse [[manifestazione|manifestazioni]] fra cui, il [[25 aprile]] [[1994]], la manifestazione nazionale a [[Milano]] per la celebrazione della dell'[[Resistenzaanniversario della italiana|Liberazioneliberazione italianad'Italia]].
 
Da sempre schierato contro ogni [[guerra]], è stato tra gli organizzatori di alcune iniziative e manifestazioni di critica al modello militare di gestione dei conflitti, soprattutto quando l'Italia vi era coinvolta direttamente.
 
''il manifesto'', insieme a ''[[Liberazione (quotidiano)|Liberazione]]'' e ''[[Carta (rivista)|Carta]]'', ha lanciato la manifestazione nazionale a Roma del [[20 ottobre]] [[2007]]. La vasta piattaforma politica che si è arricchita nel corso del tempo che ha preceduto la manifestazione, ha criticato la mancata applicazione del programma del[[l'Unione]] durante il primo anno e mezzo di governo. Il corteo ha visto una vasta partecipazione dei militanti del [[Partito della Rifondazione Comunista|PRC]] e del [[Partito dei Comunisti Italiani|PdCI]] e nel complesso quasi un milione di persone. Vaste le polemiche di coloro che temevano che diventasse una manifestazione contro il governo; timori e strumentalizzazioni sono cessati dopo la manifestazione stessa che li ha smentiti.
 
Sempre nel 2007, per festeggiare i 90 anni dalla [[Rivoluzione d'ottobre|Rivoluzione Russa del 1917]], ''il manifesto'' ha prodotto un [[Figurina|album di figurine]] dedicato a tutti i [[Comunismo|comunisti]], [[Socialismo|socialisti]], [[Anticapitalismo|anticapitalisti]] e [[Rivoluzione (politica)|rivoluzionari]] che hanno contribuito fortemente agli sviluppi della [[Storia]]. Le figurine erano, in tutto, 220.
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=== Gli anni novanta ===
Dal [[1994]] si opta per il formato [[tabloid]] con una grande foto in prima pagina. Dal [[1997]] avviene una nuova riforma grafica progettata dall'ufficio ''del ''manifesto''. Dal [[31 marzo]] [[1998]] la testata viene sottolineata da uno sbaffo arancione.
 
=== Dal 2000 ===