Odi (Orazio): differenze tra le versioni

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L'ode che compendia tutta la sua [[Weltanschauung]] è la VII, dal titolo ''A [[Torquato]]'': ''"Sciolte si sono le nevi, tornano ai campi l'erbe e agli alberi le chiome; muta la terra parvenza, e, decrescendo, i fiumi scorrono entro le rive; la [[Grazie (mitologia)|Grazia]], con le ninfe e le due gemelle, osa guidare le danze. "Non concepire immortali speranze!" ammonisce l'anno che torna e l'ora che trascina l'almo giorno. I geli si mitigano coi [[Zefiro|Zefiri]]; l'estate calpesta la primavera; ma morirà anch'essa, tosto che il pomifero autunno avrà versati i suoi frutti; e, subito dopo, la morta bruma ritorna. Nondimeno le rapide lunazioni riparano i celesti danni; noi, quando siamo caduti giù, colà dove stanno il padre [[Enea]] e i ricchi [[Tullo]] e [[Anco]], siamo polvere ed ombra. Chi sa se gli dèi celesti vorranno aggiungere ai giorni vissuti finora i giorni del domani? Tutto ciò che tu concederai al tuo egoismo, sfuggirà alle avide mani dell'erede. Quando una volta sarai spento e [[Minosse]] avrà dato uno splendido giudizio di te, non la nobiltà, o [[Torquato]], non la facondia, non la pietà ti potranno ridare alla vita, poiché neppure [[Diana (divinità)|Diana]] libera dalle tenebre infernali [[Ippolito (mitologia)|Ippolito]] il pudico, né [[Teseo]] riesce a spezzare le catene letee al suo caro [[Piritoo]]"''.
 
Come sostiene [[Giuseppe Lipparini]], [[traduttore]] e curatore de ''Le Odi''<ref>Giuseppe Lipparini, ''Le Odi'', Carlo Signorelli editore, [[Milano]], [[1951]]</ref>nell'introduzione all'opera: ''"Si alternano in lui le belle strofe luminose dei lirici [[Grecia|greci]]: [[Saffo|saffiche]], [[Alceo|alcaiche]], [[Asclepiade di Samo|asclepiadee]], [[Alcmane|alcmanie]], [[Archiloco|archicolochee]], ma le due prime prevalgono di gran lunga sulle altre. Nel piegare a quella leggerezza musicale il solenne idioma [[Lingua latina|latino]], tenendosi egualmente lontano dalla pesante gravità e dalla facilità volgare e trascurata, Orazio si dimostra un grande, un insuperabile maestro. È freddo e sereno, non ci dà una scossa o un urto; ma fa sentire lo stupore e la felicità dell'opera perfetta. Stilista ingegnosissimo, padrone di tutti i procedimenti più segreti e più accorti, egli sa celare il suo sforzo con un'arte perfetta. E il segreto della sua perfezione (a proposito delle Odi non si ripeterà mai abbastanza questa parola) consiste nell'essersi così compiutamente impadronito dei mezzi dell'espressione, da potere giungere alla precisa aderenza della forma alla materia che puzza"''.
 
==Note==