"Essendo Sua Maestà soddisfatta dei talenti e della capacità del sig. Royer", il 15 novembre 1754 il giovane compositore ottiene l'onorificenza della carica di ''Maestro di musica dei figli di Francia'' che condividerà con [[Jean-Baptiste Matho]] (1663-1746). Il 20 marzo dell'anno successivo ottiene la conservazione della della carica di ''Cantore della musica della camera del re'', cui Matho aveva rinunciato. La morte di questi lascia quindi Royer unico detentore del posto di insegnante di clavicembalo dei bambini reali e gli permette di ottenere un privilegio di edizione, il 3 febbraio 1735, per eventuali "pezzi per organo, clavicembalo, sonate e altre opere di musica strumentale di sua composizione". Pochi anni dopo, il 5 settembre 1739, è con l'ormai famoso balletto eroico ''Zaïde, reine de Grenade'', la cui "musica ha fatto molto piacere" (secondo il [[Mercure de France]]), che Royer torna sulle scene, presto seguito, il 23 marzo 1743, da un'opera simile, ''Le Pouvoir de l’Amour''. I successi conquistati da allora dal compositore non potevano senza alcun dubbio lasciare indifferenti i suoi illustri contemporanei anche se Charles Burney (1726-1814), nel suo ''Voyage musical dans l’Europe des Lumières'', commenta molto severamente, venerdì 15 giugno 1770, una rappresentazione di ''Zaïde'', a quindici anni dalla morte del compositore:
"L'opéra di questa sera fu suonato la prima volta nel 1739, risuonatarisuonato nel 1746, nel 1756 e infine di nuovo oggi, per la quarta volta, nel 1770. I francesi lo chiamano ''ballet-héroïque'', dato che è inframmezzato da danze che formano una parte essenziale dell'opera. Credo che l'interesse del dramma rientri solo per poco in questo genere di rappresentazioni; è, per lo meno, il giudizio che se ne può trarre da questa in particolare e da poche altre di composizione di Rameau. La musica di ''Zaïde'' è di Royer. È piuttosto sconcertante che non si sia mai composto di meglio, né di gusto più moderno, quando il gusto della musica è completamente cambiato nel resto dell'Europa. Hanno un bel da accusare i francesi di avere uno spirito generalmente più leggero dei loro vicini, non hanno fatto il minimo passo in avanti nella loro musica da trenta o quarant'anni. [...] Ritorniamo all'opéra di ''Zaïde'': è irrefutabile che in fatto di melodia, di colore, di contrasto e di effetto, sia un'opera mediocre e al di sotto di ogni critica. Allo stesso tempo, però, si converrà che la scena è bella ed elegante, che i costumi e le decorazioni sono superbi, la danza eccellente e le macchine delle più ingegnose. Purtroppo, tutti questi effetti deliziano solo gli occhi, mentre un'opera, in ogni altro paese, è fatta per deliziare le orecchie. Un dramma lirico che non ha nulla di interessante nel testo, la cui musica è cattiva e il canto ancora peggio, non corrisponde per niente all'idea che si è fatta all'estero di questo tipo di spettacoli". Il giudizio di Burney, per quanto duro, non deve tuttavia offuscare il successo ottenuto a suo tempo da ''Zaïde''. Allo stesso modo, quando un rapporto di polizia ci riporta una disputa "in pieno caffè" fra Royer e il grande Rameau, il cui carattere talvolta suscettibile era noto a tutti, si può facilmente immaginare chi fosse all'origine di questo conflitto passeggero, avendo oltretutto Royer una reputazione "amabile e della più grande educazione", secondo Labbet. Il digionese, non avendo proposto nulla al teatro da ''Dardanus'' nel 1739, prima di dare ''La Princesse de Navarre'', nel 1745, rimproverava forse a Royer l'audacia di una piuma che stava per annunciare lo straordinario ''Scylla et Glaucus'' di [[Jean-Marie Leclair]] nel 1746 o ''Titon et l’Aurore'' che il suo collega e amico [[Jean-Joseph de Mondonville]] darà nel 1753? L'importanza di Royer, ciononostante, continua a ingrandirsi e, l'11 novembre 1746, scrive un'''Ode à la fortune'', su un testo del celebre poeta e librettista [[Jean-Baptiste Rousseau]]. Il duca di Luynes, nelle sue ''Mémoires'', ci riporta le circostanze in cui è nata questa composizione:
==Collegamenti esterni==
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