Giovanni Visconti (arcivescovo): differenze tra le versioni

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<br/>Nel 1323-1324 Giovanni fu scomunicato e accusato di [[eresia]] <ref>Cadili, ''Giovanni Visconti'', p. 31.</ref>, ma trovò un alleato nell'antipapa [[Antipapa Niccolò V|Nicolò V]] che, nel 1329, lo fece [[cardinale]].
<br/>Nel 1332, invece, divenne vescovo e signore di [[Novara]] <ref>Azario, ''Cronaca della Lombardia'', p. 53.</ref> e, dopo aver risolto le controversie con l’arcivescovo legittimo [[Aicardo Antimiani|Aicardo da Camodeia]], rientrò a Milano (1341) in quanto signore, insieme al fratello [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino Visconti]].
<br/>Venne eletto arcivescovo nel 1339 succedendo così ad Aicardo, ma il suo titolo arcivescovile fu confermato solo nel 1342 da [[papa Clemente VI]] <ref>Cadili, ''Giovanni Visconti'', p. 108.</ref>, per mezzo di una [[bolla pontificia|bolla]],solo nel 1342.
<br/>Nel 1352, Giovanni estese il potere dei Visconti fino a [[Genova]] e l'anno seguente a [[Bologna]] e Novara.
<br/>Alla sua morte, il 5 ottobre 1354 <ref>Cadili, ''Giovanni Visconti'', p. 126.</ref>, lo Stato milanese fu diviso fra i tre nipoti (figli di [[Stefano Visconti]]): [[Matteo II Visconti|Matteo II]], [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] e [[Barnabò Visconti|Barnabò]] che erano già stati associati alla signoria di Giovanni e furono confermati come possessori della città di Milano<ref>Azario, ''Cronaca della Lombardia'', p. 70.</ref>.
 
=Carriera ecclesiastica e civile=
La carriera ecclesiastica di Giovanni inizia con la rinuncia del fratello Stefano Visconti e con la conseguente elezione a [[prelato|presule]] nel 1317 <ref>Cadili, ''Giovanni Visconti'', p. 33.</ref>.