Lingua romagnola: differenze tra le versioni

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Ribadisco che Dante non era un linguista. Se vuoi, cita dei volumi di Friedrich Schurr. Lui era un linguista.
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È caratterizzato da un forte rilievo delle [[consonante|consonanti]] nelle parole e da una notevole moltiplicazione dei fonemi vocalici (rispetto all'italiano, che ne ha solo sette). Esistono comunque varie forme locali della lingua stessa. Ad esempio, il romagnolo di [[Ravenna]] è abbastanza differente da quello di [[Cesena]] ma anche da quello di [[Rimini]].
Altro dialetto romagnolo è quello di [[Forlì]], città definita da Dante "meditellium" nel suo De Vulgari Eloquentia, a riconoscimento della centralità sia geografica che linguistica di Forlì in Romagna: nelle altre parlate, a mano a mano che ci si allontana, si vanno via via perdendo alcune delle caratteristiche.
 
Nella [[Romagna toscana]] si notano interessanti influenze toscane, dovute a motivi sia geografici sia storici.
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Altra caratteristica è la flessione interna, con vari gradi di [[apofonia]], per la determinazione del genere e del numero nei nomi, della persona e del tempo nei verbi. Inoltre, certamente nel forlivese, le "e" e le "o" non venivano ripetute in una stessa parola, nemmeno nei cognomi: ad esempio, si può prendere il celebre cardinale [[Giuseppe Bofondi]]: a Forlì il suo nome di famiglia suonava invece ''Bafondi''; e talvolta si trova anche scritto così. Tra il popolo, infatti, sono circolate abbastanza a lungo espressioni come: ''A-n so miga Bafondi!'' oppure ''U-s créd dësar Bafondi!''<ref>[http://www.argaza.it/bollettini/17novembre99.pdf ''La Ludla'']</ref>.
 
L'area di Forlì è considerata generalmente il centro linguistico della Romagna. Anche [[Dante Alighieri]], nel ''De vulgari eloquentia'' vede nella città di Forlì il "meditullium" della Romagna.
 
==La letteratura==