Enea Venturi: differenze tra le versioni
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Nel contempo proseguì l'attività di [[latifondista]] agricolo, completando la [[bonifica agraria]] di duemila ettari di terreni adibiti a [[risaia]].<ref>Cfr. Federico Orlando, <i>L'agricoltore</i> (vedi bibliografia).</ref><br />
A partire dal [[1928]] (per primo in Italia) intraprese l'allevamento della [[Karakul (pecora)|pecora Karakul]]<ref>Cfr. [[Agostino Bignardi]], <i>In ricordo di Enea Venturi</i> (vedi bibliografia).</ref>, dalla quale si ricava la pelliccia [[Astrakan]].<ref>Nel suo allevamento di Galliera fu realizzato un documentario [http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/schedaCine.jsp?db=cinematograficoDOCUMENTARI§ion=/&physDoc=3163&theTerm=Enea+Venturi&qrId=3se053ff037a132c&findCine=true&findFoto=true#] dell'[[Istituto Luce]].</ref><ref>Cfr. A. Sirri, <i>Contributo autarchico della zootecnia bolognese</i>, in "Il comune di Bologna", agosto-settembre-ottobre 1939, pag. 35. Sirri scrive: 'A proposito di ovini, va segnalato che la provincia di Bologna è forse quella che alleva attualmente il maggior numero di pecore Caracul, le produttrici delle famose pelliccie. Gli allevamenti bolognesi hanno fornito a tutta Italia molte decine di riproduttori.'</ref> Il suo allevamento divenne presto rinomato<ref>Cfr. <i>Rivista di zootecnia: rassegna mensile di scienza e pratica zootecnica</i>, Volume 17, 1940, pag. 195.</ref>, ed è spesso citato come esempio di realizzazione della [[autarchia|politica autarchica]] del regime.
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