Progetto educativo: differenze tra le versioni

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==Caratteristiche==
[[File:Bloom's Rose.png|frame|left|La Rosarosa rappresentante il diagramma di Bloom.]]
 
Uno tra i primi ad effettuare ricerche per ideare [[Modello (scienza)|modelli]] di [[programmazione]] didattica è stato lo statunitense [[Ralph Tyler]]<ref>Tyler, R.W. (1949) Basic principles of curriculum and instruction. Chicago: The University of Chicago Press.</ref>. Tra i suoi collaboratori ricordiamo [[Hilda Taba]]<ref>Taba fu allieva di [[John Dewey]] era un architetto, una teorica e riformatrice del curriculum e un'insegnante</ref> (estone), S. B. Robinshon<ref>S. B. Robinshon, Curricola Scolastici della Tecnologia dell'Educazione, in "Orientamenti Pedagogici", n. 4, Luglio-Agosto 1978.</ref> (tedesco) e lo stesso [[Benjamin Bloom]] (statunitense), ideatore dell'omonima [[tassonomia]].
L'attenzione rivolta ai processi di [[Programma|programmazione]] nel [[Educazione|settore educativo]] si accompagnava all'approccio, nato in [[Giappone]] e diffuso negli [[Stati Uniti]] verso gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] nel settore della [[produzione]], noto come ricerca della [[qualità totale]] (in inglese ''Total Quality Management'') e volto, in ultima analisi, alla realizzazione migliore della [[Missione aziendale|mission]] di un'[[Azienda|organizzazione]]. Allo stesso tempo tali processi risentirono delle teorie della [[Ricerca - azione|ricerca-azione]] o (''action research''), [[Teoria|teorizzata]] negli [[Anni 1940|anni quaranta]] dallo [[Psicologia|psicologo]] tedesco [[Kurt Lewin]] e dell'''[[action learning]]'', proposta dall'inglese [[Reg Revans]] (Revans, R. 1983) negli [[Anni 1950|anni cinquanta]].
Tra la metà degli [[anni 1960|anni sessanta]] e la metà degli [[anni 1970|anni settanta]], la "programmazione" nelle [[istituzione|istituzioni]] educative era composta da elenchi di nozioni che il discente avrebbe dovuto acquisire unitamente ad attività disciplinari da svolgere. Verso la fine degli [[anni 1970|anni settanta]] tale strumento subì l'influenza delle correnti [[Comportamentismo|comportamentiste]]<ref>Watson J.B. (1913) Psychology as a behaviorist view, Psychological review, 20, 2, 158-177. [http://psycnet.apa.org/index.cfm?fa=buy.optionToBuy&id=1926-03227-001&CFID=23630319&CFTOKEN=46017949 abstract]</ref><ref>''La tecnologia dell'insegnamento'', trad. Lidia Magliano, introduzione di Cesare Scurati, Brescia: La Scuola, 1970</ref>.
Il [[comportamentismo]]<ref>''Il comportamentismo'', a cura di Paolo Meazzini, tr. Adriano Corao e Mario Di Pietro, Firenze: Giunti-Barbera, 1984 e Milano: Fabbri, 2007.</ref> introdusse il concetto che "le cose che fa un [[Organismo vivente|organismo]], inclusi l'[[Azione sociale (sociologia)|agire]], il [[Pensiero|pensare]] ed il [[Percezione|percepire]], siano da considerarsi [[Comportamento|comportamenti]]"<ref name=Skinner1984>{{Cita pubblicazione |autore=Skinner, B. F. Skinner |data=16 aprile 1984 |titolo=The operational analysis of psychological terms |rivista=Behavioral and brain sciences ''(Print)'' |volume=7 |numero=4 |pagine=547–581 |url=http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=9212556 |accesso=10 gennaio 2008}}</ref>. Il [[Psicologia cognitiva|cognitivismo]] a sua volta, pose l'accento sugli [[Progetto educativo#Struttura|obiettivi]]<ref>[http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/motivazione.htm Cognitivismo ed obiettivi educativi]</ref> e contribuì a concepire il "programma" anche come una serie di ''comportamenti'' che il discente avrebbe dovuto esplicitare al fine di dimostrare l'avvenuto raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.
 
I concetti di ''project management'', l'[[epistemologia genetica]] (proposta negli anni cinquanta da [[Jean Piaget]])<ref>Jean Piaget, ''L'epistemologia genetica'', Laterza, 2000, ISBN 8842041424</ref> nonché le correnti [[Costruttivismo (psicologia)|costruttiviste]]<ref>Ernst von Glasersfeld, ''L’interpretazione Costruttivista dell’Epistemologia Genetica''</ref><ref>[[Jean Piaget]], ''La costruzione del reale nel bambino'', 1973, La Nuova Italia, Firenze (ISBN 8822106725), (titolo originale: ''La construction du réel chez l'enfant'', 1937).</ref><ref>Maturana, H.R., Varela, F.J., 1985, ''Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vivente'', [[Venezia]], Marsilio [''Autopoiesis and Cognition. The Realization of the Living'', 1980]</ref><ref>Maturana, H.R., Varela, F.J., 1987, ''L'albero della conoscenza'', Milano, Garzanti [''El árbol del conocimiento'', 1984]</ref> insieme a quelle [[Costruzionismo (teoria dell'apprendimento)|costruzioniste]] di [[Seymour Papert]]<ref>[[1972]] - ''Learn Think to Children'', UCLA (University of California Los Angeles). L. A. relation</ref><ref>[[1993]] - ''The Children's Machine: Rethinking School in the Age of the Computer''. New York: Basic Books. ''I bambini e il computer'', Rizzoli, Milano. 1994</ref> contribuiscono a modificare ulteriormente il processo [[Previsione|previsionale]] in ambito educativo. Questo, da programma atto a trasmettere nozioni, diventa un percorso complessivo, mirante a favorire la costruzione della conoscenza.
Il termine di "progetto" viene gradualmente preferito a quello di "programma". In particolare, con la "progettazione educativa per competenze"<ref>Davide Capperucci, Davide. ''Dalla programmazione educativa e didattica alla progettazione curricolare. Modelli teorici e proposte operative per la scuola delle competenze''., Franco Angeli Edizioni, (2011).</ref> si descrivono non soltanto i saperi da "trasmettere" ma anche i percorsi educativi da attuare per rendere possibile la formazione delle [[Competenza|competenze]] che dovranno essere acquisite dal discente. Intendendo per ''competenza'' la capacità di saper applicare determinate [[Conoscenza|conoscenze]] in uno specifico contesto, al fine di raggiungere dei risultati previsti, mediante l'adozione di [[Comportamento|comportamenti]] adeguati.
 
Partendo dal concetto di ''[[scaffolding]]'', termine usato come [[metafora]] per indicare l'intervento di una persona più esperta ed utilizzato per la prima volta in ambito psicologico da [[Jerome Bruner]], [[David Wood (psicologo)|David Wood]] e [[Gail Ross]] nel 1976<ref>Wood D., Bruner J. S., Ross G., The role of tutoring in problem solving, in Journal of Child Psychology and Psychiatry, volume 17, da pp. 89 a 100, Pergamon Press, 1976</ref> nei progetti di educazione individualizzata si afferma in Italia il cosiddetto "[[sfondo integratore]]", metodologia di progettazione educativa utilizzata nell'ambito dell'integrazione scolastica di alunni con [[disabilità]].
Tale strumento considera anche la teoria di [[zona di sviluppo prossimale]] teorizzata da [[Lev Semënovič Vygotskij]], e rivolge particolare attenzione all'organizzazione degli elementi dell'[[ambiente]] (soprattutto spazi, materiali, tempi) e all'utilizzo di elementi mediatori o organizzatori delle attività (in linea con la [[pedagogia istituzionale]]).<ref>Si veda, ad esempio: Giampietro Lippi, "La progettazione per sfondi (progettazione 'istituzionale')", in P. Crispiani, N. Serio (a cura di) ''Il manifesto della progettazione'', Roma, Armando 1997.</ref> La prima elaborazione del costrutto è contenuta in (Zanelli, 1986).
 
Il progetto generale di un'istituzione educativa prevede inoltre la definizione del [[curriculum]] (o "curricolo"). Il primo volume pubblicato su questo soggetto fu ''The Curriculum'' (il curriculum),<ref>Bobbitt, John Franklin. The Curriculum. Boston: Houghton Mifflin, 1918.</ref> e risale al 1918. L'autore, John Franklin Bobbitt, spiegava il curriculum come "il corso degli atti e delle esperienze attraverso le quali un bambino diventa adulto". Sebbene apparso formalmente nella definizione del Bobbitt, il termine curriculum come "corso di di esperienze formative" pervade anche l'opera di [[John Dewey]] (che era in disaccordo con Bobbitt su molti punti essenziali). Anche se l'idealistica concezione di "curriculum" del Bobbitt e di Dewey era diversa da quella più ristretta che si dà oggi al termine, esperti e ricercatori generalmente la condividono come significato sostanziale di curriculum.<ref>Jackson, Philip W. "Conceptions of Curriculum and Curriculum Specialists." In Handbook of Research on Curriculum: A Project of the American Educational Research Association, edited by Philip W. Jackson, 3-40. New York: Macmillan Pub. Co., 1992.</ref><ref>Pinar, William F., William M. Reynolds, Patrick Slattery, and Peter M. Taubman. Understanding Curriculum: An Introduction to the Study of Historical and Contemporary Curriculum Discourses. New York: Peter Lang, 1995.</ref>
 
Il "progetto educativo" pertanto:
 
*Parte da un insieme di ''bisogni educativi''<ref>Lo psicologo statunitense [[Abraham Maslow]] riconobbe l'esistenza di una gerarchia che contemplasse non solo i bisogni fisici della persona. Tra il 1943 e il 1954 concepì il concetto di "''Hierarchy of Needs''" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro ''Motivation and Personality'' del 1954.</ref>, stabilisce [[finalità]], obiettivi, azioni, [[Metodologia|metodologie]], forme di verifica (in itinere e/o finali), indicando [[Tempo|tempi]] e risorse.