Lucio Cornelio Scipione Asiatico: differenze tra le versioni

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#REDIRECT [['''Lucio Cornelio Scipione]] Asiatico'''.
Condottiero romano.
 
Fratello di [[Publio Cornelio Scipione]], del quale fu [[legato]] in [[Spagna]] nel [[207 a.C.]] - [[206 a.C.]], [[Sicilia]] ([[205 a.C.]]) e [[Africa]] ([[204 a.C.]] - [[202 a.C.]]), fu pretore nel [[193 a.C.]] e [[Console (storia romana)|console]] nel [[190 a.C.]].
 
Mentre la sua carriera politica fu offuscata dall'ombra di suo fratello più giovane ma più famoso, la vita di Lucio fu considerevole in parecchi aspetti.
Lucio, come suo fratello Publio, divennero [[Edile (storia romana)|edili]] in giovane età.
Come comandante delle forze inviate contro Antioco III, fu un nemico tenace della [[Lega Etolica]]. Rifiutò in fatti la pace negoziata con gli Etolici dal suo fratello, rivelandosi essere di forte ed intransigente carattere.
 
Prese il soprannome di ''Asiatico'', per la vittoria riportata su [[Antioco III il Grande]] di [[Siria]], nella [[Battaglia di Magnesia]], nel [[190 a.C.]] in cui, per insistenza del fratello, deteneva il comando supremo; ricevendo al suo ritorno a Roma, un grande [[trionfo]].
 
Accusato di peculato da [[Marco Porcio Catone]], fu da lui, [[Censore (storia romana)|censore]] nel [[184 a.C.]], degradato dai suoi incarichi.
 
Dopo la morte di suo fratello (avvenuta circa nel [[183 AC]]), Lucio fu imprigionato per il presunto reato. Finalmente fu graziato dal tribuno Tiberio Gracco (un antenato del famoso politico), anche se fu costretto a vendere tutte le sue proprietà per pagare l'ammenda allo stato.
 
==Bibliografia==
*[[Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', XXXIX 44
 
* Pseudo-[[Aurelio Vittore]], ''De Viris Illustrubus Urbis Romae'', 53
 
{{quote|Scipio Asiaticus, frater Africani, infirme corpore, tamen in Africa virtutis nomine a fratre laudatus, consul Antiochum regem Syriae legato fratre apud Sipylum montem, cum arcus hostium pluvia hebetati fuissent, vicit et regni parte privavit: hinc Asiaticus dictus. Post reus pecuniae interceptae, ne in carcerem duceretur Gracchus pater tribunus plebis, inimicus eius, intercessit. M. Cato censor equum et ignominiae causa ademit
…|[[Aurelio Vittore]], ''De Viris Illustrubus Urbis Romae'', 53}}
 
 
[[Categoria: Consoli romani|Scipione, Lucio Cornelio Asiatico]]
[[Categoria:Personaggi della storia romana|Scipione, Lucio Cornelio Asiatico]]
 
[[de:Lucius Cornelius Scipio Asiaticus]]
[[en:Scipio Asiaticus]]
[[fr:Scipion l'Asiatique]]
[[la:Lucius Scipio Asiaticus]]
[[nl:Lucius Cornelius Scipio Asiaticus]]