Lucio Cornelio Scipione Barbato: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Fu eletto console per l'anno successivo nel [[299 a.C.]] con [[Gneo Fulvio Massimo Centumalo]]<ref>[[Tito Livio]], ''Ab urbe condita'', libro X, 11</ref>. Mentre a Lucio Cornelio toccò in sorte la campagna contro gli [[Etruschi]], a Gneo Fulvio toccò quella contro i [[Sanniti]], ai quali era stata dichiarata guerra, quando non accettarono di ritirarsi dal territorio dei [[Lucani]].L'esercito romano sconfisse quello etrusco a [[Volterra]], dove si svolse una violentissima battaglia, il cui esito fu chiaro solo il giorno seguente al combattimento, quando i romani si accorsero che gli Etruschi, avevano abbandonato i propri accampamenti. Sulla via del ritorno, i romani saccheggiarono le campagne dei [[Falisci]]<ref>[[Tito Livio]], ''Ab urbe condita'', libro X, 12</ref>.
 
[[Immagine:Publius Cornelius Scipio Aemilianus Africanus Tomb.jpg|thumb|350px|Il sarcofago di Scipione Barbato]]
[[Immagine:Sepolcro scipioni, iscrizione A, scipione barbato.gif|thumb|350px|L'iscrizione sul sepolcro di Scipione Barbato]]
== Sarcofago ==
Il suo sarcofago, che ora si trova nei [[Musei Vaticani]], mantiene intatto l'[[scipionum elogia|epitaffio]], scrittoprobabile estratto della sua ''[[laudatio funebris]]'', inciso sulla cassa in [[latino arcaico]] e con [[Saturnio|metrica saturnina]], al di sopra di una preesistente iscrizione erasa:
:<small>CORNELIVS·LVCIVS·SCIPIO·BARBATVS·GNAIVOD·PATRE
:PROGNATVS·FORTIS·VIR·SAPIENSQVE—QVOIVS·FORMA·VIRTVTEI·PARISVMA
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La grande raffinatezza artistica del pezzo, con il gusto di mescolare gli stili ([[dorico]], [[Ordine ionico|ionico]] e [[corinzio]]) deriva da modelli della [[Magna Grecia]] o della [[Sicilia]] ed è una straordinaria testimonianza della precoce apertura all'ellenismo nel circolo degli Scipioni.
 
Oltre all'elogio scolpito sulla cassa, il coperchio presenta sulla fronte un'iscrizione dipinta con il patronimico del defunto (<small>[L(UCIOS) CORNELI]O(S) CN(EI) F(ILIOS) SCIPIO</small>).
Sul coperchio è presente un'iscrizione col patronimico del defunto (dipinta), accanto a una più lunga e più tarda (scolpita), in [[versi saturni]]. Per aggiungere quest'ultima venne cancellata una riga e mezzo più antica e questo intervento potrebbe risalire all'epoca di [[Scipione l'Africano]], all'inizio del II secolo a.C. Si tratta di un estratto della ''[[laudatio funebris]]''.
 
E' discussa la cronologia relativa delle tre iscrizioni (quella erasa sulla cassa, l'"elogium" ancora leggibile sulla cassa ed il patronimico dipinto sul coperchio). Secondo il Wölfflin, si dovrebbe riconoscere una triplice successione: l'iscrizione dipinta sarebbe quella originaria (databile al 270 a.C. ca.) a cui se ne sarebbe aggiunta una contenente i soli dati onomastici e le cariche (incisa sulla cassa intorno al 200 a.C.), erasa per far posto all'elogio (intorno al 190). Del tutto differente la ricostruzione proposta da Coarelli, secondo il quale la più antica iscrizione (270 a.C. ca.) sarebbe quella scalpellata, trascritta sul coperchio intorno al 190 a.C. per far posto all'elogio: questo intervento potrebbe essere stato commissionato da [[Scipione l'Africano]].
 
== Note ==