Buco nero: differenze tra le versioni

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=== La relatività generale ===
Nel 1915 Albert Einstein sviluppò la sua teoria della relatività generale, avendo in precedenza dimostrato che la forza gravitazionale influenza la luce. Solo pochi mesi dopo, Karl Schwarzschild trovò una soluzione per le equazioni di campo di Einstein , che descrive il campo gravitazionale di un punto materiale e di una massa sferica. Pochi mesi dopo Schwarzschild, Johannes Droste, uno studente di Hendrik Lorentz , diede in modo indipendente la stessa soluzione, approfondendola nelle sue proprietà. Questa soluzione ebbe una strana influenza in quello che ora è chiamato il raggio di Schwarzschild, che diventò una singolarità, nel senso che alcuni dei termini dell'equazione di Einstein divennero infiniti. La natura di questa superficie non era compresa pienamente a quei tempi. Nel 1924, Arthur Eddington dimostrò che la singolarità cessava di esistere con una variazione di coordinate (vedi coordinate Eddington-Finkelstein ), tuttavia si dovette aspettare fino al 1933 affinché Georges Lemaître si rendesse conto che la singolarità del raggio di Schwarzschild era una singolarità coordinata non fisica.<ref name="sing">[http://www.phys.uu.nl/~thooft/lectures/blackholes/BH_lecturenotes.pdf Introduction to the Theory of Black Holes.], Institute for Theoretical Physics / Spinoza Institute. pp. 47–48.</ref>
Nel 1931, Subrahmanyan Chandrasekhar calcolò, utilizzando la relatività speciale, che un corpo non rotante di elettroni-materia degenerata, al di sopra di un certo limite di massa (ora chiamato il limite di Chandrasekhar di 1,4 masse solari) non ha soluzioni stabili.<ref name="chand">[http://books.google.com/books?id=HNSdDFOJ4wkC&pg=PA89 Chandrasekhar and his limit.], Universities Press. p. 89. ISBN 81-7371-035-X.</ref>. I suoi argomenti furono contestati da molti suoi contemporanei come Eddington e Lev Landau , i quali sostenevano che qualche forza ancora sconosciuta avrebbe impedito il collasso del corpo.<ref name="americphysx">American Journal of Physics, 49 (5): 394–400. Bibcode:1981AmJPh..49..394D. doi:10.1119/1.12686.</ref>. Questa teoria era in parte corretta: una nana bianca leggermente più massiccia rispetto al limite di Chandrasekhar collasserà in una stella di neutroni<ref name="stlrevo">[http://books.google.com/books?id=kd4VEZv8oo0C&pg=PA105 Stellar evolution.], A K Peters. p. 105. ISBN 1-56881-012-1.</ref>, la quale è essa stessa stabile a causa del [[principio di esclusione di Pauli]]. Ma nel 1939, Robert Oppenheimer e altri previdero che le stelle di neutroni con massa pari a circa tre volte il sole (il [[limite di Tolman-Oppenheimer-Volkoff]] ) sarebbero collassate in buchi neri per le ragioni presentate da Chandrasekhar, e conclusero che nessuna legge fisica sarebbe intervenuta per fermare il collasso di alcune di queste. <ref name="physxreview"> Physical Review, 374–381. Bibcode:1939PhRv...55..374O. doi:10.1103/PhysRev.55.374</ref>
Oppenheimer e i suoi co-autori interpretarono la singolarità ai confini del raggio di Schwarzschild come la superficie di una bolla in cui il tempo si sarebbe fermato. Questa conclusione è valida dal punto di vista di un osservatore esterno, mentre non lo è per un' osservatore in caduta nel buco. A causa di questa proprietà, le stelle collassate vengono chiamate "stelle congelate"<ref name="test">[http://authors.library.caltech.edu/14972/1/Ruffini2009p1645Phys_Today.pdf "Introducing the black hole".], Physics Today (1): 30–41.</ref>, perché un osservatore esterno vedrebbe la superficie della stella congelata nel tempo, nel momento stesso in cui il suo collasso la porterebbe all'interno del raggio di Schwarzschild.
 
Poco dopo la formulazione della [[relatività generale]] da parte di [[Albert Einstein]], risultò che la soluzione delle equazioni di Einstein (in assenza di materia) che rappresenta un campo gravitazionale statico e a simmetria sferica (la soluzione di [[Karl Schwarzschild|Schwarzschild]], che corrisponde al campo gravitazionale centrale simmetrico della [[Interazione gravitazionale|gravità]] [[Isaac Newton|newtoniana]]) implica l'esistenza di un confine ideale, detto [[orizzonte degli eventi]], caratterizzato dal fatto che qualunque cosa lo oltrepassi, attratta dal campo gravitazionale, non sarà più in grado di tornare indietro. Poiché neppure la luce riesce ad attraversare l'orizzonte degli eventi dall'interno verso l'esterno, la regione interna all'orizzonte si comporta a tutti gli effetti come un buco nero.
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In astrofisica il teorema dell'essenzialità<ref name="nocapelli">[Solitamente, gli astronomi italiani preferiscono usare la dizione inglese "No hair theorem"; tuttavia, la presente traduzione in italiano è stata proposta dal traduttore Emanuele Vinassa de Regny.</ref> (in inglese no hair theorem) postula che tutte le soluzioni del buco nero nelle equazioni di Einstein-Maxwell sulla gravitazione e l'elettromagnetismo nella relatività generale possano essere completamente caratterizzate soltanto da tre parametri classici esternamente osservabili: [[massa]], [[carica elettrica]], e [[momento angolare]]<ref name="capelli">[http://web.archive.org/web/19990203021646/http://www.livingreviews.org/Articles/Volume1/1998-6heusler/ "Stationary Black Holes: Uniqueness and Beyond"], Living Reviews in Relativity 1 (6). Archived from the original on 1999/02/03. Retrieved 2011-02-08.</ref>. Tutte le altre informazioni riguardanti la [[materia]] di cui è formato un buco nero o sulla materia che vi sta cadendo dentro, "spariscono" dietro il suo orizzonte degli eventi e sono dunque permanentemente inaccessibili agli osservatori esterni (vedi anche il [[paradosso dell'informazione del buco nero]]). Due buchi neri che condividono queste stesse proprietà, o parametri, sono indistinguibili secondo la meccanica classica.
Queste proprietà sono speciali perché sono visibili dall'esterno di un buco nero. Ad esempio, un buco nero carico respinge un altro con la stessa carica, proprio come qualsiasi altro oggetto carico. Allo stesso modo, la massa totale all'interno di una sfera contenente un buco nero può essere trovata utilizzando l'analogo gravitazionale della [[Teorema del flusso|legge di Gauss]], la [[Formalismo ADM|massa ADM]], lontano dal buco nero.<ref name="adm">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p. 253. ISBN 0-8053-8732-3., le note su cui si basa il libro sono disponibili gratuitamente nel [http://pancake.uchicago.edu/~carroll/notes/ sito] di Sean Carroll</ref> Allo stesso modo, il momento angolare può essere misurato da lontano usando l'[[effetto di trascinamento]] del [[Gravitomagnetismo|campo gravitomagnetico]].
Quando un oggetto cade in un buco nero, qualsiasi informazione circa la forma dell'oggetto o della distribuzione di carica su di essa è uniformemente distribuito lungo l'orizzonte del buco nero, e risulta irrimediabilmente perso per l'osservatore esterno. Il comportamento dell'orizzonte in questa situazione è un [[Struttura dissipativa|sistema dissipativo]] che è strettamente analogo a quello di una membrana elastica conduttiva con attrito e resistenza elettrica -il paradigma della membrana.<ref name="memb">[Thorne, K. S.; Price, R. H. (1986). Black holes: the membrane paradigm. Yale University Press. ISBN 978-0-300-03770-8.</ref> Questa congettura è diversa da altre teorie di campo come l'elettromagnetismo, che non ha attriti o resistività a livello microscopico, perché sono [[Simmetria temporale|reversibili nel tempo]]. Dato che un buco nero alla fine raggiunge la stabilità con solo tre parametri, non c'è modo per evitare di perdere informazioni sulle condizioni iniziali: i campi gravitazionali ed elettrici di un buco nero danno pochissime informazioni su ciò che è stato risucchiato. L'informazione persa comprende ogni quantità che non può essere misurata lontano dall'orizzonte del buco nero, inclusi [[Numero quantico|numeri quantici]] [[Legge di conservazione|approssimativamente conservati]], come il totale del [[numero barionico]] e [[Numero leptonico|leptonico]]. Questo comportamento è così sconcertante che è stato chiamato il [[paradosso dell'informazione del buco nero]].<ref name="paradox1">[http://math.ucr.edu/home/baez/physics/Relativity/BlackHoles/info_loss.html "The Black Hole Information Loss Problem"], Usenet Physics FAQ. Retrieved 2009-03-24.</ref> <ref name="paradox2">[http://www.theory.caltech.edu/~preskill/talks/blackholes.pdf "Black holes and information: A crisis in quantum physics"], Caltech Theory Seminar.</ref>
 
=== Proprietà fisiche ===
I buchi neri più semplici hanno una massa, ma non carica elettrica né momento angolare. Questi buchi neri sono spesso indicati come [[Spazio-tempo di Schwarzschild|buchi neri di Schwarzschild]] dopo che Karl Schwarzschild scoprì questa soluzione nel 1916.<ref name="swarz">[Schwarzschild, K. (1916). "Über das Gravitationsfeld eines Massenpunktes nach der Einsteinschen Theorie". Sitzungsberichte der Königlich Preussischen Akademie der Wissenschaften 7: 189–196. and Schwarzschild, K. (1916). "Über das Gravitationsfeld eines Kugel aus inkompressibler Flüssigkeit nach der Einsteinschen Theorie". Sitzungsberichte der Königlich Preussischen Akademie der Wissenschaften 18: 424–434.</ref> Secondo il [[Teorema di Birkhoff (relatività)|teorema di Birkhoff]], è l'unica [[Metrica di Kerr|soluzione di vuoto]] sfericamente simmetrica.<ref name="soluz">[http://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking Hawking S. W.]; Ellis G. F. R. (1973). [http://books.google.com/?id=QagG_KI7Ll8C|Large Scale Structure of space time]. Cambridge University Press, Appendice B. ISBN 0-521-09906-4.</ref> Ciò significa che non vi è differenza osservabile tra il campo gravitazionale di un buco nero e di un qualsiasi altro oggetto sferico della stessa massa. La convinzione popolare di un buco nero capace di "risucchiare ogni cosa" nel suo ambiente quindi è corretta solo in prossimità dell'orizzonte di un buco nero; a distanza da questo, il campo gravitazionale esterno è identico a quello di qualsiasi altro organismo della stessa massa. <ref name="risucch">[http://books.google.com/books?id=CXom04KGIL8C&pg=PA167 Perspectives on Astronomy], Cengage Learning, p. 167, ISBN 0-495-11352-2</ref>
Esistono anche soluzioni che descrivono i buchi neri più generali. I buchi neri carichi sono descritti dalla [[metrica di Reissner-Nordström]], mentre la [[metrica di Kerr]] descrive un buco nero rotante. La soluzione più generale di un buco nero stazionante conosciuta è la [[metrica di Kerr-Newman]], che descrive un buco nero sia con carica che momento angolare.<ref name="shap">[Shapiro, S. L.; Teukolsky, S. A. (1983). Black holes, white dwarfs, and neutron stars: the physics of compact objects. John Wiley and Sons. p. 357. ISBN 0-471-87316-0.</ref>
Mentre la massa di un buco nero può assumere qualsiasi valore positivo, la carica e il momento angolare sono vincolati dalla massa. In [[Unità di misura di Planck|unità di Planck]], la carica elettrica totale Q e il momento angolare totale J sono tenuti a soddisfare
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<math>Q^2 + \left ( {J \over M} \right )^2 \le M^2</math>
 
per un buco nero di massa M. I buchi neri che soddisfano questa disuguaglianza sono detti [[Buco nero estremo|estremali]]. Esistono soluzioni delle equazioni di Einstein che violano questa disuguaglianza, ma che non possiedono un orizzonte degli eventi. Queste soluzioni sono le cosiddette [[Singolarità nuda|singolarità nude]] che si possono osservare dal di fuori, e, quindi, sono considerate non-fisiche. L'ipotesi della censura cosmica esclude la formazione di tali singolarità, quando vengono create attraverso il collasso gravitazionale della materia realistica. <ref name="collapse">Wald Robert M. (1997). "Gravitational Collapse and Cosmic Censorship". arXiv:gr-qc/9710068 [gr-qc].</ref> Questa ipotesi è supportata da simulazioni numeriche. <ref name="simnum">[http://www.livingreviews.org/lrr-2002-1 "Numerical Approaches to Spacetime Singularities"], Living Reviews in Relativity 5. Retrieved 2007-08-04.</ref>
A causa della relativamente grande forza elettromagnetica , i buchi neri formatisi dal collasso di stelle sono tenuti a mantenere la carica quasi neutro della stella. La rotazione, tuttavia, dovrebbe essere una caratteristica comune degli oggetti compatti. Il buco nero binario a raggi X GRS 1915 105 <ref name="grs">[McClintock, J. E.; Shafee, R.; Narayan, R.; Remillard, R. A.; Davis, S. W.; Li, L.-X. (2006). "The Spin of the Near-Extreme Kerr Black Hole GRS 1915+105". Astrophysical Journal 652 (1): 518–539. arXiv:astro-ph/0606076. Bibcode:2006ApJ...652..518M. doi:10.1086/508457.</ref> sembra avere un momento angolare vicino al valore massimo consentito.
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<math>r_{sh} = \left( \frac{2GM}{c^2} \right) \approx \ 2.95 \frac{M}{M_{Sole}} km,</math>
 
dove r{{apici e pedici|b=sh}} è il raggio di Schwarzschild e M{{apici e pedici|b=Sole}} è la massa del sole . <ref name="sun">Robert M. (1984). [http://books.google.com/books?id=9S-hzg6-moYC General Relativity]. University of Chicago Press, pp. 124–125. ISBN 978-0-226-87033-5.</ref> Questa relazione è esatta solo per i buchi neri con carica e momento angolare nulli, mentre per i buchi neri più generali può variare fino a un fattore di 2.
 
=== Orizzonte degli eventi ===
[[File:BH-no-escape-1.svg|destra|riquadrato|Lontano dal buco nero una particella può muoversi in qualsiasi direzione, come illustrato dalla serie di frecce. Il movimento è limitato solo dalla velocità della luce.]]
[[File:BH-no-escape-2.svg|riquadrato|Più vicino al buco nero lo spazio-tempo inizia a deformarsi. Ci sono più sentieri che vanno verso il buco nero rispetto a percorsi di allontanamento. ]]
[[File:BH-no-escape-3.svg|riquadrato|All'interno dell'orizzonte degli eventi tutti i percorsi portano la particella più vicino al centro del buco nero. La particella non può più sfuggire.]]
La caratteristica distintiva di un buco nero è la comparsa di un orizzonte degli eventi - un confine spazio-temporale attraverso il quale la materia e la luce possono passare solo verso l'interno del buco nero. Nulla, nemmeno la luce, può sfuggire dall'orizzonte degli eventi. L'orizzonte degli eventi è indicato come tale, perché se un evento si verifica entro i suoi confini, le informazioni da tale evento non possono raggiungere un osservatore esterno, rendendo impossibile determinare se si sia effettivamente verificato. <ref name="horzn">[Wheeler, J. Craig (2007). Cosmic Catastrophes (2nd ed.). Cambridge University Press. ISBN 0-521-85714-7., p. 179.</ref>
Come predetto dalla relatività generale, la presenza di una massa deforma lo spazio-tempo in modo tale che i percorsi seguiti dalle particelle piegano verso la massa del buco. <ref name="mass">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, Ch. 5.4 and 7.3. ISBN 0-8053-8732-3.,</ref> All'orizzonte degli eventi di un buco nero, questa deformazione diventa così forte che non esistono percorsi per sfuggire al buco nero.
Per un osservatore distante, un orologio vicino a un buco nero sembra ticchettare più lentamente rispetto a quelli più lontani dal buco nero. <ref name="clock">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, Ch. 5.4 and 7.3. ISBN 0-8053-8732-3.</ref> A causa di questo effetto, noto come [[dilatazione temporale gravitazionale]], un oggetto che cade in un buco nero sembra rallentare come si avvicina l'orizzonte degli eventi, impiegando un tempo infinito per raggiungerlo. <ref name="infin">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p.218. ISBN 0-8053-8732-3.,</ref> Allo stesso tempo, tutti i processi attivi su questo oggetto rallentano, dal punto di vista di un osservatore esterno fisso, provocando un effetto noto come redshift gravitazionale. <ref name="rdshift">[http://nrumiano.free.fr/Estars/int_bh.html "Inside a black hole"], Knowing the universe and its secrets. Retrieved 2009-03-26.</ref> Infine, in prossimità dell'orizzonte degli eventi, l'oggetto in caduta emette così poca luce che non può più essere visto.
D'altra parte, un osservatore in caduta in un buco nero non nota nessuno di questi effetti mentre attraversa l'orizzonte degli eventi. Secondo il suo personale orologio, attraversa l'orizzonte degli eventi dopo un tempo finito senza notare alcun comportamento singolare. In particolare, non è in grado di determinare esattamente quando lo attraversa, come è impossibile determinare la posizione dell'orizzonte degli eventi da osservazioni locali. <ref name="crll">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p.222. ISBN 0-8053-8732-3.</ref>
La forma dell'orizzonte degli eventi di un buco nero è sempre approssimativamente sferica. <ref name="sfrc">[Questo è vero solo per uno spazio-tempo a 4 dimensioni. In dimensioni superiori esistono topologie differenti dell'orizzonte, come gli anelli neri.</ref> <ref name="anll">[http://relativity.livingreviews.org/Articles/lrr-2008-6/ "Black Holes in Higher Dimensions"], Living Reviews in Relativity 11 (6). arXiv:0801.3471. Bibcode:2008LRR....11....6E. Retrieved 2011-02-10.</ref><ref name="anll2">[Obers, N. A. (2009). "Black Holes in Higher-Dimensional Gravity". In Papantonopoulos, Eleftherios. Lecture Notes in Physics 769: 211–258. arXiv:0802.0519. doi:10.1007/978-3-540-88460-6.</ref> Per buchi neri non rotanti (statici) la geometria è appunto sferica, mentre per i buchi neri rotanti la sfera è alquanto oblata.
 
=== Singolarità ===
Al centro di un buco nero come descritto dalla relatività generale si trova una [[singolarità gravitazionale]], una regione in cui la curvatura dello spazio diventa infinita. <ref name="curv">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p.205. ISBN 0-8053-8732-3.</ref> Per un buco nero non rotante, questa regione prende la forma di un unico punto, mentre per un buco nero rotante viene spalmato per formare una singolarità ad anello giacente nel piano di rotazione. <ref name="curv1">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p.264-265. ISBN 0-8053-8732-3.,</ref> In entrambi i casi, la regione singolare ha volume pari a zero. Si può dimostrare che la regione di singolare contiene tutta la massa del buco nero. <ref name="curv2">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, p.252. ISBN 0-8053-8732-3.</ref> La regione singolare può quindi essere pensata come avente densità infinita.
Gli osservatori che cadono in un [[Spazio-tempo di Schwarzschild|buco nero di Schwarzschild]] (cioè, non rotante e non carico) non possono evitare di essere trasportati nella singolarità, una volta che attraversano l'orizzonte degli eventi. Si può prolungare l'esperienza accelerando verso l'esterno per rallentare la loro discesa, ma solo fino a un certo punto; dopo aver raggiunto una certa velocità ideale, è meglio la caduta libera per proseguire. <ref name="freefll">[Lewis, G. F.; Kwan, J. (2007). "No Way Back: Maximizing Survival Time Below the Schwarzschild Event Horizon". Publications of the Astronomical Society of Australia 24 (2): 46–52. arXiv:0705.1029. Bibcode:2007PASA...24...46L. doi:10.1071/AS07012.</ref> Quando raggiungono la singolarità, sono schiacciati a densità infinita e la loro massa viene aggiunta alla massa totale del buco nero. Prima che ciò accada, essi sono comunque stati fatti a pezzi dalle crescenti forze di marea in un processo a volte indicato come [[spaghettificazione]] o "effetto pasta". <ref name="spaghetti">[Wheeler, J. Craig (2007). Cosmic Catastrophes (2nd ed.). Cambridge University Press., p. 182. ISBN 0-521-85714-7</ref>
Nel caso di un buco nero rotante (Kerr) o carico (Reissner-Nordström), è possibile evitare la singolarità. Estendendo queste soluzioni per quanto possibile, si rivela la possibilità ipotetica di uscire dal buco nero verso un dimensione spazio-temporale differente, con il buco che funge da tunnel spaziale. <ref name="worm">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, pp. 257–259 and 265–266. ISBN 0-8053-8732-3.,</ref> La possibilità di viaggiare verso un altro universo è però solo teorica, poiché una qualsiasi perturbazione può distruggere questa possibilità. <ref name="pert">[http://physicsworldarchive.iop.org/index.cfm?action=summary&doc=9%2F1%2Fphwv9i1a26%40pwa-xml&qt=%28Black%20holes\%3A%20the%20inside%20story%20%3Cin%3E%20%28chtitle%29%29 "Black holes: the inside story"], Physics World 9 (1): 34–37. Bibcode:1996PhyW....9...34D.</ref> Sembra inoltre che sia possibile seguire le [[Curva spaziotemporale chiusa di tipo tempo|curve spaziotemporali chiuse di tipo tempo]] (tornando al proprio passato) intorno alla singolarità di Kerr, che portano a problemi di causalità, come il [[paradosso del nonno]]. <ref name="nonno">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley., pag.266. ISBN 0-8053-8732-3.</ref> Si prevede che nessuno di queste effetti particolari possana verificarsi in un corretto trattamento quantico di buchi neri rotanti e carichi. <ref name="rot">[Poisson, E.; Israel, W. (1990). "Internal structure of black holes". Physical Review D 41 (6): 1796. Bibcode:1990PhRvD..41.1796P. doi:10.1103/PhysRevD.41.1796.</ref>
La comparsa delle singolarità nella relatività generale è comunemente considerata come l'elemento di rottura della teoria stessa. <ref name="rot">Wald Robert M. (1984). [http://books.google.com/books?id=9S-hzg6-moYC General Relativity]. University of Chicago Press, pp. 212. ISBN 978-0-226-87033-5.</ref> Questa rottura, tuttavia, è prevista; si verifica quando a descrivere queste azioni intervengono gli [[Meccanica quantistica|effetti quantistici]], dovuti alla densità estremamente elevata e pertanto alle interazioni tra le particelle. Ad oggi, non è stato possibile combinare effetti quantistici e gravitazionali in una singola teoria, sebbene esistano tentativi di formulare una teoria di [[gravità quantistica]]. In generale si prevede che tale teoria non presenti alcuna singolarità. <ref name="singl">[http://www.damtp.cam.ac.uk/user/gr/public/bh_hawk.html "Black Holes and Quantum Gravity"], Cambridge Relativity and Cosmology. University of Cambridge. Retrieved 2009-03-26.</ref> <ref name="singl1">[http://imagine.gsfc.nasa.gov/docs/ask_astro/answers/980420b.html "Ask an Astrophysicist: Quantum Gravity and Black Holes"], NASA. Retrieved 2009-03-26.</ref>
 
=== Sfera fotonica ===
La [[Sfera di fotoni|sfera fotonica]] è un confine sferico di spessore nullo tale che i fotoni che si spostano lungo tangenti alla sfera siano intrappolati in un'orbita circolare. Per i buchi neri non-rotanti, la sfera fotonica ha un raggio di 1,5 volte il raggio di Schwarzschild. Le orbite sono dinamicamente instabili, quindi ogni piccola perturbazione (come una particella di materia in caduta) aumenterà nel tempo, o tracciando una traiettoria verso l'esterno che sfuggirà al buco nero o una spirale verso l'interno che eventualmente attraverserà l'orizzonte degli eventi. <ref name="orznn">[Nitta, Daisuke; Chiba, Takeshi; Sugiyama, Naoshi (September 2011), "Shadows of colliding black holes", Physical Review D 84 (6), arXiv:1106.242, Bibcode:2011PhRvD..84f3008N, doi:10.1103/PhysRevD.84.063008</ref>
Mentre la luce può ancora sfuggire dall'interno della sfera fotonica, ogni luce che attraversa la stessa con una traiettoria in entrata sarà catturata dal buco nero. Quindi qualsiasi luce che raggiunge un osservatore esterno dall'interno della sfera fotonica deve essere stata emessa dagli oggetti all'interno della sfera stessa, ma ancora al di fuori dell'orizzonte degli eventi. <ref name="orznn" />
Altri oggetti compatti, come le stelle di neutroni, possono avere sfere fotoniche. <ref name="photon">[Nemiroff, R. J. (1993). "Visual distortions near a neutron star and black hole". American Journal of Physics 61 (7): 619. arXiv:astro-ph/9312003. Bibcode:1993AmJPh..61..619N. doi:10.1119/1.17224.</ref> Ciò deriva dal fatto che il campo gravitazionale di un oggetto non dipende dalla sua dimensione effettiva, quindi ogni oggetto che è più piccolo di 1,5 volte il raggio di Schwarzschild corrispondente alla sua massa può effettivamente avere una sfera di fotoni.
 
=== Ergosfera ===
[[File:Ergosphere.svg|miniatura|destra|L'ergosfera è uno sferoide oblato al di fuori dell'orizzonte degli eventi, dove gli oggetti non possono rimanere fermi.]]
 
I buchi neri rotanti sono circondati da una regione dello spazio-tempo in cui è impossibile stare fermi, chiamato ergosfera. Questo è il risultato di un processo noto come [[effetto di trascinamento]]; la relatività generale predice che qualsiasi massa rotante tenderà a "trascinare" leggermente in tutto lo spazio-tempo immediatamente circostante. Qualsiasi oggetto vicino alla massa rotante tenderà a muoversi nella direzione della rotazione. Per un buco nero rotante questo effetto diventa così forte vicino all'orizzonte degli eventi che un oggetto, solo per fermarsi, dovrebbe spostarsi più veloce della velocità della luce nella direzione opposta. <ref name="lux">[Carroll, Sean M. (2004). Spacetime and Geometry. Addison Wesley, Ch. 6.6 ISBN 0-8053-8732-3.</ref>
L'ergosfera di un buco nero è delimitata nella sua parte interna dal confine dell'orizzonte degli eventi (esterno) e da un sferoide schiacciato, che coincide con l'orizzonte degli eventi ai poli ed è notevolmente più largo intorno all'equatore. Il confine esterno è talvolta chiamato il ergo-superficie.
Gli oggetti e le radiazioni normalmente possono sfuggire dall'ergosfera. Attraverso il processo di Penrose , gli oggetti possono emergere dalla ergosfera con energia maggiore di quella d'entrata. Questa energia viene prelevata dalla energia di rotazione del buco nero, facendolo rallentare.
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[[File:Dust disk and massive black hole (GL-2002-001188).jpg|thumb|left|300px|Un disco di polvere in orbita attorno ad un probabile buco nero supermassiccio ([[Telescopio spaziale Hubble|HST]]).]]
 
Considerando la natura esotica dei buchi neri, può essere naturale domandarsi se tali bizzarri oggetti possano esistere in natura o asserire che siano soltanto soluzioni patologiche alle equazioni di Einstein. Einstein stesso pensò erroneamente che i buchi neri non si sarebbero formati, perché ritenne che il momento angolare delle particelle collassate avrebbe stabilizzato il loro moto a un certo raggio. <ref name="moto">[Einstein, A. (1939). "On A Stationary System With Spherical Symmetry Consisting of Many Gravitating Masses". Annals of Mathematics 40 (4): 922–936. doi:10.2307/1968902.</ref> Ciò condusse i relativisti del periodo a rigettare tutti i risultati contrari a questa teoria per molti anni. Tuttavia, una minoranza continuò a sostenere che i buchi neri fossero oggetti fisici, <ref name="physx1">[Kerr, R. P. (2009). "The Kerr and Kerr-Schild metrics". In Wiltshire, D. L.; Visser, M.; Scott, S. M. The Kerr Spacetime. Cambridge University Press. arXiv:0706.1109. ISBN 978-0-521-88512-6.</ref> e per la fine del 1960, avevano convinto la maggior parte dei ricercatori nel campo che non vi fosse alcun ostacolo alla formazione di un orizzonte degli eventi.
Penrose dimostrò che una volta formatosi un orizzonte degli eventi, si forma una singolarità da qualche parte all'interno di esso. <ref name="sing2">[http://it.wikipedia.org/wiki/Roger_Penrose Penrose R.](1965). ["Gravitational Collapse and Space-Time Singularities". Physical Review Letters 14 (3): 57. Bibcode:1965PhRvL..14...57P. doi:10.1103/PhysRevLett.14.57.</ref> Poco dopo, Hawking dimostrò che molte soluzioni cosmologiche che descrivono il [[Big Bang]] hanno singolarità senza campi scalari o altra materia esotica (cfr. [[teoremi di singolarità di Penrose-Hawking]]). La [[Metrica di Kerr|soluzione di Kerr]], il [[teorema dell'essenzialità]] (no-hair teory) e le leggi della termodinamica dei buchi neri hanno dimostrato che le proprietà fisiche dei buchi neri sono semplici e comprensibili, il che li rende soggetti rispettabili per la ricerca. <ref name="sing2">[http://it.wikipedia.org/wiki/Stephen Hawking Hawking S.][http://it.wikipedia.org/wiki/Roger_Penrose Penrose R.](January 1970). "The Singularities of Gravitational Collapse and Cosmology". Proceedings of the Royal Society A 314 (1519): 529–548. Bibcode:1970RSPSA.314..529H. doi:10.1098/rspa.1970.0021. JSTOR 2416467.</ref> Si pensa che il processo di formazione primaria per i buchi neri sia il collasso gravitazionale di oggetti pesanti come le stelle, ma ci sono anche processi più esotici che possono portare alla produzione di buchi neri.
 
=== Collasso gravitazionale ===
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=== Buchi neri primordiali ===
Il collasso gravitazionale richiede una grande densità. Al momento nell'universo queste alte densità si trovano solo nelle stelle, ma nell'universo primordiale, poco dopo il [[Big Bang]], la densità erano molto più elevate, e ciò probabilmente permise la creazione di buchi neri. Tuttavia la sola alta densità non è sufficiente a consentire la formazione di buchi neri poiché una distribuzione di massa uniforme non consente alla massa di convergere. Affinché si formino dei buchi neri primordiali, sono necessarie delle perturbazioni di densità che possano poi crescere grazie alla loro stessa gravità. Vi sono diversi modelli di universo primordiale che variano notevolmente nelle loro previsioni della dimensione di queste perturbazioni. Molti prevedono la creazione di buchi neri, che vanno da una [[massa di Planck]] a centinaia di migliaia masse solari. <ref name="planck">[Carr, B. J. (2005). "Primordial Black Holes: Do They Exist and Are They Useful?". In Suzuki, H.; Yokoyama, J.; Suto, Y. et al. Inflating Horizon of Particle Astrophysics and Cosmology. Universal Academy Press. arXiv:astro-ph/0511743. ISBN 4-946443-94-0.</ref> I buchi neri primordiali potrebbero così spiegare la creazione di qualsiasi tipo di buco nero.
 
== Fenomenologia dei buchi neri ==