Chester Arthur: differenze tra le versioni

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}} È stato il ventunesimo [[Presidente degli Stati Uniti d'America]]. Salì al potere dopo la prematura morte di [[James A. Garfield]].
 
Nato a Fairfield, [[Vermont]], il [[5 ottobre]] [[1830]], si guadagnava da vivere come insegnante. In seguito, frequentò lo Union College di Schenectady, nello stato di [[New York]] e si laureò in [[legge]]. Si trasferì quindi a New York City, divenendo un apprezzato avvocato e nel [[1859]] si sposò. Durante la [[guerra di secessione americana|guerra di secessione]] ebbe l'incarico di quartiermastro generale, cioè di garantire i rifornimenti per l'esercito nordista. In seguito a ciò il presidente Grant lo nominò amministratore del porto di New York.
 
Divenne presidente nel [[1881]], succedendo a Garfield, ucciso dopo pochi mesi di mandato. Repubblicano, Arthur dimostrò di essere più adatto alla carica del predecessore. Attuò un'opera moralizzatrice, facendo approvare una legge sui funzionari pubblici, con la quale essi venivano assunti per concorsi pubblici ed erano inamovibili. Questa legge diede all'America funzionari esperti nel momento in cui si avviava a diventare un'enorme potenza industriale. Fu in questo periodo infatti che a New York sorsero i primi grattacieli e fu inaugurato il [[Ponte di Brooklyn]].
 
Sotto la sua amministrazione inoltre fu chiusa l'immigrazione cinese, che aveva raggiunto livelli eccessivi. Nel 1881, anno in cui Arthur diveniva presidente, [[John D. Rockefeller]], l'uomo più ricco di tutti i tempi, fondava il suo impero petrolifero. Il [[30 aprile]] [[1882]] fu ucciso [[Jesse James]], l'ultimo grande fuorilegge del [[Far West]]. Gli storici hanno avuto un giudizio sostanzialmente positivo sulla presidenza di Arthur, che coincise con una fase di grande sviluppo economico, industriale e dei trasporti.
 
Il suo mandato terminò nel [[1885]] e Arthur si ritirò a vita privata. Morì di [[infarto]] il [[18 novembre]] [[1886]] a [[New York]].
 
==Curiosità==