Cosimo Corsi: differenze tra le versioni

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Fu ordinato sacerdote nel [[1821]]. Nel [[1825]] divenne segretario della Congregazione dei Sussidi e nel [[1835]] decano degli uditori del [[Tribunale della Sacra Rota]].
 
Nel [[concistoro]] del [[24 gennaio]] [[1842]] fu elevato da [[papa Gregorio XVI]] al rango di [[cardinale]] del [[titolo cardinalizio|titolo]] dei [[Santi Giovanni e Paolo (titolo cardinalizio)|Santi Giovanni e Paolo]].
 
Il [[20 gennaio]] [[1845]] fu nominato vescovo di [[Diocesi di Jesi|Jesi]] e il [[26 gennaio]] dello stesso anno fu consacrato [[vescovo]] dal cardinale [[Ludovico Micara]]. L'anno successivo partecipò al [[conclave del 1846|conclave]] che elesse [[papa Pio IX]].
 
Divenne arcivescovo di [[Arcidiocesi di Pisa|Pisa]] il [[19 dicembre]] [[1853]], mantenendo la carica fino alla morte.
 
Deciso oppositore dell'unità d'Italia, il [[19 maggio]] [[1860]] fu arrestato dai [[Carabinieri]], su ordine di [[Cavour]], per aver vietato di cantare il ''[[Te Deum]]'' alla festa dello [[Statuto Albertino|Statuto]] del [[13 maggio]] e condotto a [[Torino]]. L'arresto fu giudicato arbitrario perché in [[Toscana]] era ancora in vigore la [[Codice leopoldino|legislazione leopoldina]], che non imponeva al clero di celebrare solennemente le feste civili, ma l'arresto fu eseguito a norma del [[codice penale albertino|codice penale]] [[Regno di Sardegna|piemontese]] del [[1859]], che puniva il clero per l'«indebito rifiuto dei propri uffizi»<ref>[[Giordano Bruno Guerri]], ''Antistoria degli italiani'', Mondadori, Milano, 1997, p. 226</ref><ref>[[Giacomo Margotti]], [http://books.google.it/books?id=CWMvAAAAYAAJ&pg=RA1-PA161 ''Memorie per la storia de' nostri tempi''], vol. 2, Torino 1864, pp. 161-169</ref>. In breve tempo fu rilasciato e poté riprendere il suo episcopato.
 
Tra il 1860 e il [[1866]] aiutò il partito federalista-cattolico legato ai giornali ''Patria'' e ''Firenze'' e a personalità come [[Eugenio Alberi]].
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Partecipò al [[Concilio Vaticano I]].
 
Morì nella villa di Agnano all'età di 72 anni e fu sepolto temporaneamente nella cappella della villa.<ref>Secondo [[Pius Bonifacius Gams]], in ''Series episcoporum Ecclesiae catholicae, quotquot innotuerunt a beato Petro apostolo'', il cardinale morì tre giorni dopo, il [[10 ottobre]].</ref> Il governo italiano si oppose alla sua sepoltura nella [[cattedrale di Pisa]].<ref>[http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=4461 Rassegna stampa - Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa]</ref>
 
== Bibliografia ==
*Dati riportati su [http://www.catholic-hierarchy.org www.catholic-hierarchy.org] alla pagina [http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bcorsi.html]
 
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successivo=[[Carlo Luigi Morichini]]|
carica=[[Diocesi di Jesi|Vescovo di Jesi]]|
periodo=[[20 gennaio]] [[1845]] - [[19 dicembre]] [[1853]]|
immagine=BishopCoA PioM.svg
}}
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successivo=[[Paolo Micallef]]|
carica=[[Arcidiocesi di Pisa|Arcivescovo di Pisa]]</br>Primate di Sardegna e Corsica|
periodo= [[19 dicembre]] [[1853]] - [[7 ottobre]] [[1870]]|
immagine=ArchbishopPallium PioM.svg
}}