Mario Capecchi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
No2 (discussione | contributi) m →Gli studi: Fix link |
m Bot: overlinking giorni e mesi dell'anno e modifiche minori |
||
Riga 23:
== Biografia ==
=== Infanzia ===
Nato a [[Verona]] il
La madre, prevedendo l'accaduto, riuscì ad affidare Mario ad
=== In America ===
All'età di 8 anni Mario Capecchi si trasferì negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] insieme alla madre, grazie al fratello di lei, Henry, che insegnava [[fisica]] a [[Princeton]], dove vide [[Albert Einstein]]. Mentre la madre incominciava a lavorare come interprete negli ospedali del [[New Jersey]] e di [[New York]], lui iniziò a studiare proprio in questa città, prima di trasferirsi nell'[[Ohio]], dove frequentò l'università presso il piccolo ''Antioch College'' e conseguì la laurea in [[chimica]] e [[fisica]]. Venne poi ammesso all'[[Università di Harvard]], dove conseguì il [[PhD]] in [[Biofisica]] nel [[1967]], ma soprattutto dove incontrò uno degli scopritori della struttura del [[DNA]], [[James Dewey Watson|James Watson]], che aveva vinto nel [[1962]] il [[Premio Nobel per la medicina]] e che gli fece da supervisore per la tesi<ref name="cap"/>.
Nel [[1969]] divenne professore assistente presso il Dipartimento di [[Biochimica]] della [[Harvard School of Medicine]]. Nel [[1971]] fu nominato professore associato. Nel [[1973]] si spostò all'Università dello [[Utah]]. Dal [[1988]] Capecchi collabora anche con l'[[Howard Hughes Medical Institute]]. Oggi è anche membro della [[National Academy of Science]] ed è ''Distinguished Professor'' all'Università statale di [[Salt Lake City]].
Capecchi aveva già conseguito molti riconoscimenti: nel [[2002]] era stato premiato dal presidente [[George W. Bush]]. Nel
== Gli studi ==
Capecchi, insieme ai colleghi [[Martin Evans]] e [[Oliver Smithies]], è stato insignito del [[Premio Nobel per la Medicina]] del [[2007]] per la messa a punto di tecniche che, attraverso l'utilizzo di [[cellula staminale|cellule staminali]] embrionali, permettono di generare animali caratterizzati dall'assenza di uno specifico [[gene]]. Queste tecniche, dette di ''[[gene targeting]]'', hanno portato i tre biologi alla messa a punto del primo ''[[topo knockout]]'', nel quale alcuni specifici [[gene|geni]] sono stati resi inoperativi.
Tale approccio si è rivelato di fondamentale importanza per lo studio [[in vivo]] della funzione dei geni, ed ha avuto un grande successo nella comunità scientifica. Quindi il ''[[gene targeting]]'' sta contribuendo in modo significativo allo studio di molte malattie come il [[Cancro (malattia)|cancro]], oltre che allo studio dei processi di [[embriologia|embriogenesi]], ed alle discipline dell'[[immunologia]] e della [[neurobiologia]].
|