Sant'Antioco (Italia): differenze tra le versioni
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{{quote|Dopo la vittoria e dopo il suicidio di Catone, partito da Utica (Cesare) giunse il 15 giugno 46 a.C. a Karales [Caralis], dove si vendicò punendo i pompeiani della città di Sulci, che avevano sostenuto con rifornimenti di ferro non lavorato e di armi la causa di Pompeo e del Senato. La città vide la decima portata ad un ottavo, i beni di alcuni notabili locali furono messi all'asta e fu imposta una multa di 10 milioni di sesterzi|Cfr. Attilio Mastino, La Sardegna romana, in Storia della Sardegna, a cura di M. Brigaglia, ed. Della Torre, Cagliari 2004 (integraz. di M.T.)|}}
Sulci si riprese ben presto dallo smacco subito, forte anche della floridezza del suo porto e dunque della sua economia, sino quando, intorno al I sec. d.C., sotto Claudio, fu riabilitata sul piano politico e elevata al rango di [[Municipium]]<ref>cfr. per es. F.Cenerini, Sulci romana, in: Sant'Antioco, annali 2008.</ref>. È necessario, per poterci rendere conto della prosperità dell'antica Sulci romana, consultare pure l'andamento demografico, che si rivela un indicatore prezioso. Secondo il Bellieni, la città tra tarda Repubblica e prima fase imperiale doveva essere popolata da circa 10.000 persone, cifra effettivamente plausibile se si tiene conto della popolazione media nei centri italiani di età augustea calcolata dal Beloch<ref>Cfr. M.Zaccagnini, L'isola di Sant'Antioco: ricerche di geografia umana, Fossataro, Cagliari 1972 (integraz. M.T.) </ref>.
L'antico centro romano sorgeva, come si può desumere facilmente ancora oggi prestando attenzione alla disposizione degli assi viari maggiori e minori, nell'area comprendente le attuali vie Garibaldi, XX settembre, Mazzini, Eleonora d'Arborea, Cavour, in località detta "Su Narboni". Qui, e precisamente all'incrocio tra le attuali via XX settembre e Eleonora d'Arborea (presumibilmente nell'area dove sorgeva il foro, non ancora localizzato), si trova un mausoleo noto come Sa Presonedda o Sa Tribuna databile al I sec. a.C., grosso modo coevo al ponte romano, situato in corrispondenza dell'istmo, e al tempio d'[[Iside]] e [[Serapide]] le cui rovine non sono oggi più apprezzabili. Della Fontana romana che si trova nell'attuale piazza Italia non è rimasto nulla dell'impianto antico <ref>Cfr. P.Bartoloni, Il Museo archeologico... cit. pag. 39.</ref>. Copiosi i mosaici, alcuni dei quali furono adoperati per lastricare la Basilica di Santa Croce in Cagliari <ref>Cfr. G.Pinna, Sant'Antioco, Ricerca e storia dell'identità, Zonza editori, Cagliari 2007, pag. 85</ref>
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